Rassegna Core Europe

Una nuova crisi economica fa capolino in Europa

Dopo la crisi del 2008-2009, gli Stati Uniti superano oggi la crescita dell'Ue, dove giganti come la Germania sono in difficoltà, osserva la stampa europea.

Pubblicato il 13 Dicembre 2023 alle 11:30

Sulle orme di Italia, Grecia, Francia e Germania, anche la Repubblica Ceca è in difficoltà economiche, racconta il Die Welt: il paese, intanto, è il solo  membro dell'Ue a non essersi ancora ripreso dalla crisi economica indotta dalla pandemia di Covid-19 a cui è seguita la crisi energetica delle aziende ceche dovuta all'invasione russa dell'Ucraina. 

I problemi della nazione più industrializzata dell'Ue richiedono un cambiamento del modello di crescita, basato su una forza lavoro qualificata e su un basso costo del lavoro. "Questo modello ha incontrato i suoi limiti quando la prosperità e i salari si sono livellati con quelli dell'Europa occidentale, cancellando un vantaggio competitivo fondamentale", scrive il quotidiano tedesco, aggiungendo che "l'economia ceca è troppo costosa per competere con i paesi con salari più bassi, ma non è ancora tecnologicamente abbastanza avanzata per tenere il passo, ad esempio, con la Germania". 

Lo scenario ceco è anche un monito per la Germania, che si trova ad affrontare problemi simili. Per mantenere la prosperità sono necessari cambiamenti strutturali, tra cui la fine dei sussidi per le industrie che non sono sostenibili a lungo termine, maggiori investimenti nell'istruzione, nella ricerca e nello sviluppo, la riduzione della burocrazia e gli investimenti tecnologici. 

La cupa prognosi dell'economia tedesca, che dovrebbe essere la più forte d'Europa, la cui crescita è penultima nell'Ue dopo la Repubblica Ceca, è condivisa da Der Spiegel. Il quotidiano di Amburgo attribuisce la stagnazione economica della Germania al forte aumento dei prezzi dell'energia dovuto all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, al corrispondente aumento generale dei prezzi, all'incertezza geopolitica e al rallentamento dell'economia globale. Secondo il quotidiano berlinese Tagesspiegel, anche l'invecchiamento della popolazione rappresenta un problema: "Sempre meno lavoratori devono finanziare sempre più pensionati", mentre la soluzione dell'immigrazione di lavoratori qualificati è ostacolata dalla crescente preferenza elettorale per i populisti di estrema destra. 

Nella vicina Austria, Der Standard cita l'ex cancelliere socialdemocratico Christian Kern, che ricorda che "il problema della Germania è il problema dell'Europa" e definisce "la Germania come una locomotiva che non deve rompersi".

Nel frattempo, la recessione sta iniziando a ripercuotersi sul mercato del lavoro in Austria, dove quasi 25mila persone stanno cercando un impiego, con un aumento dell'11 per cento rispetto all'anno precedente. La crescita dell'occupazione è osservabile solo nel settore pubblico, osserva il giornale.
L'ottimismo è lontano anche all'altro capo dell'Europa. "Oltre l'80 per cento dei portoghesi teme un peggioramento del proprio tenore di vita nel 2024", titola Público, sostenendo che le questioni sociali e la lotta alla povertà diventeranno un tema delle prossime elezioni del parlamento europeo.


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Gli Stati Uniti vanno avanti, l'Europa resta indietro. Questo è il titolo di Hospodářské noviny, quotidiano di centrodestra della Repubblica ceca, che cita uno studio dell'istituto di ricerca ECIPE di Bruxelles. Lo studio suggerisce che se gli Stati membri dell'Ue dovessero trasferirsi al di là dell'Atlantico e integrarsi negli Stati Uniti, si classificherebbero tra i più poveri in termini di Pil pro capite, e questo nonostante ci siano pesi massimi come Germania e Francia

Dalla crisi finanziaria del 2008-2009, il tasso di crescita americano ha superato in modo significativo la media dell'Ue: "Se la tendenza continua, il divario di prosperità tra l'europeo e l'americano, nel 2035 sarà pari a quello tra l'europeo medio e l'indiano di oggi", secondo lo sconvolgente confronto dello studio. Il ritardo dell'Europa è multiforme: i fattori a breve termine includono i diversi impatti dell'aggressione russa sulle economie europee e americane.


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A questo si aggiunge la leadership americana nelle imprese tecnologiche innovative, un settore in cui l'Europa non ha equivalenti. Anche gli approcci alla trasformazione verde variano. L'amministrazione Biden ha sostenuto questo cambiamento con significative agevolazioni fiscali. L'Ue sostiene fortemente la trasformazione verde, ma l'assenza di un sistema fiscale unificato ostacola gli sgravi fiscali congiunti, considerati lo strumento più efficace. Il mercato dei capitali poco sviluppato in Europa complica il finanziamento delle nuove imprese. Nel 2014 la Commissione europea ha proposto un mercato dei capitali unificato nell'Ue per facilitare il finanziamento delle imprese, ma la proposta non è ancora stata accettata. Un'altra sfida per i paesi Ue è l'invecchiamento della popolazione. Al contrario, gli Stati Uniti continuano a registrare un aumento della popolazione in età produttiva disponibile sul mercato del lavoro.


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Italia è uscita dalla via della seta 

Marco Galluzzo | Corriere della Sera | 6 dicembre | IT

“Dopo settimane di negoziati riservati e dopo alcune incomprensioni diplomatiche, l’Italia ha prodotto una nota verbale, l’ha corredata con promesse di amicizia strategica in grado di rilanciare i rapporti fra i due Stati, e l’ha consegnata a Pechino alle autorità del governo cinese [...] senza comunicare nulla pubblicamente, come d’intesa con le autorità cinesi, Roma è uscita dopo quattro anni dalla Belt and Road Initiative, quel progetto faraonico e multimiliardario ideato da Xi Jinping che sedusse Giuseppe Conte e fece infuriare gli americani” racconta il Corriere della Sera. Nell'ambito della cooperazione, si aspettavano fino a 20 miliardi di euro di investimenti cinesi cnfluissero in Italia, ma ne sono arrivati solo una parte. Il Corriere solleva la questione di possibili ritorsioni commerciali da parte di Pechino, in particolare per quanto riguarda il settore dei beni di lusso. 

Governo ad interim per portare il Portogallo alle elezioni anticipate

Vítor Moita Cordeiro | Diário de Notícias | 7 dicembre | PT

L'8 dicembre si è insediato il governo provvisorio portoghese sotto la guida del primo ministro socialista uscente António Costa, che si era dimesso esattamente un mese prima a causa di un'indagine per corruzione. Diário de Notícias sottolinea che, sebbene Costa rimanga formalmente il capo del governo, questo può condurre solo le azioni "strettamente necessarie per la gestione degli affari pubblici", indirizzando il paese verso elezioni anticipate fissate per il 10 marzo 2024. Costa è indagato per possibile corruzione in relazione alla concessione di permessi per l'estrazione del litio e la produzione del cosiddetto idrogeno verde. La Procura generale ha già accusato il ministro delle Infrastrutture João Galamba e la polizia ha perquisito la residenza ufficiale di Costa, diversi ministeri e arrestato diverse persone vicine al primo ministro. Costa, che governa il Portogallo dal 2015 ed è stato il primo ministro europeo in carica da più tempo, è riuscito ad attrarre investimenti e a ripristinare la stabilità fiscale del paese dopo anni di misure di austerità attuate in risposta alla crisi del debito europeo.

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