Dopo Kaczyński

Pubblicato il 16 Aprile 2010

Questa settimana l'Europa ha vissuto una sorta di lutto collettivo, inatteso e paradossale. Inatteso per la natura dell'evento scatenante, cioè un incidente aereo. Paradossale per la personalità della vittima principale, l'euroscettico presidente polacco Lech Kaczyński. I mezzi d'informazione di tutto il continente si sono occupati molto della tragedia di Smolensk, avvicnando i polacchi ai loro concittadini europei come mai prima d'ora. Una giornata di lutto è stata subito organizzata a Bruxelles e in altri paesi dell'Europa centro-orientale come l'Ucraina, la Turchia e la Russia, dov'è avvenuto l'incidente. Un minuto di silenzio, assai mediatico, è stato osservato in Spagna prima della partita tra Real Madrid e Barcellona. I gesti di solidarietà, insomma, si sono sprecati.

La portata della vicenda va ben oltre il lutto per un politico scomparso. Attraverso la tragica morte di parte dell'elite politica polacca, gli europei hanno potuto riportare alla luce per analogia il massacro di Katyń, che rappresenta una ferita ancora aperta nei rapporti tra russi e polacchi. Le parole di cordoglio di Vladimir Putin e Dmitri Medvedev rappresentano una grande occasione di riconciliazione tra Mosca e Varsavia. In questi giorni di compianto, il clima tra Europa e Russia appare improvvisamente più disteso, con enorme soddisfazione dei leader europei. Il lutto ha unificato il popolo polacco oltre ogni convinzione politica, e a sei anni dall'allargamento dell'Unione ci accorgiamo che ciò che tocca profondamente un popolo europeo coinvolge anche gli altri membri della comunità. La scomparsa del nazionalista Kaczyński è stata un contributo importante per la costruzione di un'identità europea comune.

Intanto i polacchi hanno già cominciato a dividersi sull'eredità politica di Lech Kaczyński. Il desiderio del presidente di essere sepolto nella cattedrale di Wawel a Cracovia, a fianco dei re della Polonia, ha permesso agli oppositori di ribadire che la politica di Kaczyński è stata tutto tranne che unificatrice. Chiunque sarà il suo successore, i leader europei non potranno dimenticare che il presidente si è sempre prodigato per difendere gli interessi del suo paese, andando anche contro la volontà della maggioranza del suo popolo, certo più europeista di lui. Durante il governo di Kaczyński la Polonia è stata spesso considerata dal resto d'Europa un partner poco affidabile. Questo momento cruciale può essere dunque l'occasione di riequilibrare i rapporti tra Varsavia e le altre capitali dell'Unione. Gli europei dovranno inoltre incoraggiare il processo di riavvicinamento tra la Polonia e la Russia, per l'interesse comune e il senso della storia. Per la loro stessa natura, le emozioni non durano a lungo. Speriamo che le conseguenze positive di questa tragedia non siano altrettanto passeggere. (as) Eric Maurice

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