Nonostante la situazione di emergenza climatica dichiarata dal Parlamento europeo nel novembre 2019, l'interesse per i combustibili fossili sta crescendo nel Mediterraneo orientale e all'interno dell'Unione europea.
Pochissimi sanno che un terzo del territorio greco è attualmente in fase di esplorazione alla ricerca di idrocarburi da parte di imprese locali e di multinazionali. Queste operazioni costituiscono una minaccia imminente per un ambiente naturale fino ad oggi preservato e ricco di acqua e biodiversità.
La questione diventa urgente, poiché nel maggio 2020 il governo greco ha approvato una controversa legge sull’ambiente che ha sollevato critiche e proteste, in quanto sostiene delle attività commerciali, edilizie e minerarie anche nelle aree protette dal marchio Natura 2000. Contemporaneamente in Albania il più grande giacimento petrolifero onshore d'Europa – oggetto di investimenti da parte della Cina – sta aumentando la produzione in un contesto ambientale ormai degradato da un secolo di sfruttamento.

Con il progetto On Land and Water la fotografa greca Penelope Thomaidi documenta i luoghi e gli stili di vita che saranno colpiti dallo sviluppo dei progetti di estrazione degli idrocarburi in Grecia, e li intreccia con i paesaggi già inquinati intorno ai giacimenti petroliferi albanesi. Il suo obiettivo è di sensibilizzare l’opinione pubblica.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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