Analisi Social media

Guerra in Ucraina: come la lobby europea del gas sfrutta la crisi energetica

Le campagne social dell’industria per sostenere gli investimenti nel gas e nelle relative infrastrutture, all’ombra delle paure della crisi energetica, raccontata dal media ambientalista DeSmog. L’Italia tra i paesi che spingono su questo combustibile, con la creazione del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica.

Pubblicato il 5 Aprile 2023 alle 12:55
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Secondo quanto rivelato da DeSmog, dall'invasione russa dell'Ucraina, l'industria europea del gas ha intensificato la sua maniera di comunicare. Perché? Sembra che le aziende della lobby del gas stiano sfruttando i timori legati alla sicurezza energetica per far approvare e accettare progetti che rischiano di imprigionare l’Europa in una dipendenza a lungo termine dai combustibili fossili. 

In seguito all'invasione dell’Ucraina, quattro grandi gruppi hanno iniziato a pubblicare molti più tweet che descrivevano gli investimenti nel gas e nelle relative infrastrutture come chiave per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, mantenendo questa strategia per tutto lo scorso anno.

I gruppi di pressione sono Gas Infrastructure Europe, Gas For Climate, Eurogas e la sezione europea dell'International Association of Oil & Gas Producers, che rappresentano le società che gestiscono i gasdotti, lo stoccaggio di gas e le infrastrutture per l'importazione di gas naturale liquefatto (GNL). Tra i membri figurano major petrolifere come Shell, BP, TotalEnergies, Chevron, ExxonMobil ed Eni che hanno registrato profitti record grazie alla crisi energetica scatenata dalla guerra.

Gli attivisti climatici temono che i tweet rappresentino la punta dell'iceberg di tentativi compiuti dietro le quinte nel convincere i governi europei a sostenere gli investimenti a lungo termine nel gas, a scapito dell'introduzione delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici dell'Unione europea.


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Gli attivisti climatici temono che i tweet rappresentino la punta dell'iceberg di tentativi compiuti dietro le quinte nel convincere i governi europei a sostenere gli investimenti a lungo termine nel gas, a scapito dell'introduzione delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici dell'Unione europea.

"L'industria del gas vuole farci credere che il fatto di avere più gas ci rende più sicuri, ma più gas porta a più cambiamenti climatici che in realtà ci rendono meno sicuri", ha dichiarato Ben Franta, Ricercatore Senior presso l'Oxford Sustainable Law Programme che analizza le strategie per attaccare per vie legali i produttori di combustibili fossili.

Una manna dal cielo

Lo studio di DeSmog sui 1.075 tweet dei quattro gruppi ha mostrato che i tweet che enfatizzavano la sicurezza energetica o la prospettiva di una penuria o di una crisi energetica rappresentavano circa il 3 per cento dei tweet totali risalenti ai 10 mesi precedenti l'invasione. Questa percentuale è più che decuplicata dopo l'inizio della guerra, con messaggi relativi alla sicurezza energetica che sono apparsi in circa un terzo dei tweet da fine febbraio a dicembre. Complessivamente i quattro hanno oltre 15.000 follower.I tweet hanno utilizzato hashtag come #StrategicAutonomy o #SecurityOfSupply.

L'invasione dell'Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin lo scorso 24 febbraio ha portato i prezzi del gas a livelli record, minacciando di paralizzare interi nuclei familiari, e sollevando la questione di possibili penurie nel periodo invernale. I paesi che dipendono dalle importazioni di gas di provenienza russa hanno quindi iniziato a cercare alternative.

Gli attivisti climatici hanno riconosciuto la necessità di un piano di emergenza di importazioni di gas per colmare il divario, dal momento che l'Europa è uscita dalla dipendenza russa. 

Tuttavia, gli attivisti sostengono che l'industria del gas stia sfruttando una crisi per rilanciare piani finalizzati alla costruzione di nuovi terminali per l'importazione di GNL da fornitori che vanno dalla costa del Golfo degli S…

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