La cerimonia d'inaugurazione di Guimarães 2012, 21 gennaio

Guimarães, la cultura anticrisi

Un tempo importante centro dell'industria tessile, oggi l'antica cittadina portoghese punta sul titolo di capitale europea della cultura 2012 per uscire da una crisi iniziata più di venti anni fa. 

Pubblicato il 25 Gennaio 2012 alle 13:31
Guimarães 2012  | La cerimonia d'inaugurazione di Guimarães 2012, 21 gennaio

La crisi – o meglio, diverse crisi simultanee – assediano Guimarães, graziosa città portoghese di cinquantamila abitanti, capoluogo della dipartimento della valle dell'Ave a 150 chilometri da Vigo. Negli anni ottanta e novanta le enormi industrie tessili che puntellano la valle sono state via via abbandonate a causa della concorrenza spietata delle industrie cinesi, e da allora giacciono come dinosauri fossili.

Persino la città vecchia di Guimarães, conservatasi splendidamente all'ombra del castello, è circondata da fabbriche vuote e ciminiere inattive. Tuttavia gli abitanti della città hanno deciso di riportare in vita gli edifici industriali, tappezzandoli di quadri e opere d'arte e animandoli con concerti e festival. Da sabato 21 gennaio Guimarães è diventata capitale europea della cultura, e il municipio ha previsto il recupero di molte fabbriche abbandonate per trasformarle in spazi culturali, sale cinematografiche e atelier. Non ci sono alternative: reinventarsi o morire.

Da settembre la fabbrica di Ramada, una vecchia conceria chiusa ormai da anni, ospiterà un istituto di design, e prima di allora verrà utilizzata come sala prove per un'orchestra. La ditta Asa, specializzata in trapunte e tovaglie e situata poco fuori Guimarães nella località di Vizela, ha interrotto definitivamente la produzione nel 2006. Grazie agli investimenti di un privato sarà trasformata in un centro commerciale composto da negozi economici. Prima di allora i suoi 24mila metri quadrati ospiteranno diverse mostre di pittura.

Nello spettrale edificio della fabbrica tessile del Conde de Vizela, che nel XIX secolo impiegava più di quattromila lavoratori e aveva addirittura una moneta propria, il regista spagnolo Víctor Erice e altri cineasti come Jean-Luc Godard o Aki Kaurismäki (il finlandese vive nei pressi di Guimarães) gireranno un film collettivo. Il municipio non vuole che il cinema passi di qui con la scusa di Guimarães 2012 e poi vada via, e così ha ingaggiato un gruppo di produttori cinematografici per trasformare la città in una destinazione stabile per i cineasti. "Abbiamo programmato alcune produzioni per il 2013, per film che si sarebbero dovuti girare nell'Europa dell'est. Lo stesso Erice ha dichiarato che gli piacerebbe tornare a girare in città", assicura il responsabile del settore audiovisivo di Guimarães 2012, Rodrigo Areias.

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Incontriamo Areias in un'altra vecchia fabbrica cittadina, trasformata grazie al lavoro di un gruppo di giovani architetti locali nel Centro per l'Arte e l'Architettura. L'edificio offre alloggi per artisti stranieri e ospita un laboratorio audiovisivo specializzato in robot animati e giocattoli che stupirebbero qualunque appassionato di informatica applicata.

"La sera arriva la gente dalla città", spiega sorridendo Areias. Forse è questo il segreto di Guimarães: la gente vive l'investitura a capitale culturale più come un'opportunità che come una festa. Per molti si tratta di un treno che non passerà più, e gli organizzatori lo hanno capito perfettamente: "non vogliamo che venga la Filarmonica di Berlino, che tra l'altro costa parecchio e se ne andrebbe presto", spiega uno dei portavoce della candidatura. "Vogliamo costruire qualcosa di duraturo che serva a migliorare la città, coinvolgendo la gente del posto". "Io partecipo" è uno degli slogan più ricorrenti da queste parti, e compare su spille e distintivi sulle giacche di tantissimi cittadini di Guimarães.

Il budget è abbastanza limitato (110 milioni di euro), perché quest'anno il Portogallo si gioca – letteralmente – le sue chance di essere uno stato solvente, minacciato com'è dalla bancarotta e controllato dalla troika. Per questo motivo è stato necessario lavorare d'immaginazione. Per esempio è stato invitato il gruppo di musica elettronica Buraka son Sistema, alfieri della modernità portoghese, che terrà un concerto il 28 gennaio nel Padiglione multiuso. Nella stessa giornata è prevista una manifestazione intitolata "Casa mia è casa tua", in cui i cittadini ospiteranno spettacoli nelle le loro case. Le adesioni sono già più di 40.

Gli orgogliosi abitanti di Guimãraes sono pronti a stupire l'Europa. Non è un caso, sottolineano gli storici, se il Portogallo è nato qui, come anche il suo primo re: Alfonso Enríquez abitava nel famoso castello, che con il tempo ha assunto anch'esso le sembianza di una fabbrica abbandonata. Emblematicamente, il programma ufficiale inizierà domenica con un documentario sulla musica portoghese intitolato "Suoniamo tutti insieme per ascoltarci meglio".

Capitali della cultura

Ambizioni ridimensionate

"Mai prima d'ora una capitale europea della cultura ha dovuto fare i conti con un budget così ridotto", sottolinea Expresso. I 25 milioni di euro previsti per Guimarães 2012 sono ben poca cosa, se comparati ai 226 milioni assegnati a Porto nel 2001. La colpa è della "situazione economica dell'Europa e dei cambiamenti introdotti negli ultimi anni nel concetto di capitale europea della cultura", spiega il settimanale lisboeta. Adottato nel 2007, il modello attuale prevede la scelta di due città di medie dimensioni ogni anno (Guimarães divide il titolo con Maribor, in Slovenia), e se un tempo le città approfittavano della nomina per costruire edifici da dedicare alle arti e alla cultura, oggi domina il legame culturale con la regione. Il filosofo portoghese Eduardo Lourenço si domanda "se queste celebrazioni avranno alcuna conseguenza al di là dell'effetto interno" e se l'iniziativa ha ancora un senso, dato che non resta molto del progetto europeo che l'ha creata.

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