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La legalizzazione della cannabis in Germania e le ripercussioni in Europa

Dopo che la Germania ha annunciato la sua intenzione di legalizzare e regolamentare l'uso ricreativo della cannabis, l'Unione europea si trova in una posizione difficile. György Folk analizza per Voxeurop come l'iniziativa tedesca influenzerà l'approccio degli altri governi e la posizione dell’Unione.

Pubblicato il 1 Dicembre 2022 alle 11:13
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La guerra alla droga è fallita. Non c'è nulla di nuovo in questa affermazione, anche se sembra che i leader europei impieghino parecchio per rendersene conto. Nel frattempo è ampiamente condivisa dagli esperti di politica delle droghe. Mai le droghe illegali sono state così disponibili e consumate da così tante persone nel mondo, nonostante oltre quattro decenni di proibizionismo e pene detentive spesso severe. 

Un numero crescente di governi europei sta riconsiderando la propria legislazione sulla cannabis, al punto che l'argomento della "competenza nazionale" dell'Unione europea e il suo approccio di chiudere un occhio sulla depenalizzazione della cannabis cominciano a sembrare miopi.

Voxeurop ha analizzato la legalizzazione nel più grande stato membro dell'Ue, la Germania : con la sua posizione nel cuore dell'Europa, la sua popolazione di 85 milioni di abitanti e i suoi 4 milioni di consumatori di cannabis nel 2021. Come influirà l'iniziativa tedesca sull'approccio degli altri governi e dell'Ue?

Controllarla, tassarla, vietare la pubblicità, rendere disponibili i servizi che si occupano di riduzione del danno, smettere di stigmatizzare il consumo e garantire che il confezionamento e l'accesso siano sicuri e disponibili solo per gli adulti: in tutto il mondo, questi sono i capisaldi di tutti i recenti tentativi governativi di regolamentare la cannabis ricreativa.

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Per anni, le istituzioni europee si sono voltate dall'altra parte o hanno fatto finta di non sentire quando sono state interpellate sulla legalizzazione della cannabis. Nel 2011, ho chiesto a Viviane Reding, allora commissaria europea per la giustizia e gli affari interni, quale fosse l'atteggiamento dell'Ue nei confronti degli Stati Uniti che stavano facendo da pionieri nella legalizzazione e nella regolamentazione della cannabis. Come sempre, Reding rispose che non era una competenza dell'Ue, che si trattava di una questione sanitaria, e così via.

Da allora, però, molta acqua è passata sotto i ponti (sul Reno). In seguito alla promessa elettorale di legalizzare la cannabis da parte della coalizione giallo-rosso-verde tedesca, quest'anno il governo di Berlino ha iniziato a scaldare i motori, anche se lentamente. Prima sono state organizzate una serie di audizioni di esperti, annunciate dal commissario tedesco per le dipendenze e le droghe, Burkhard Blienert. Poi, a fine ottobre, è stata pubblicata una bozza di proposta ("Eckpunktepapier") che illustra un piano per un mercato della cannabis a scopo ricreativo. Sarà seguita da una proposta di legge al Bundestag, la Camera bassa, nella prima metà del 2023.

L'anno scorso i Paesi Bassi sono stati frustrati nel loro tentativo di risolvere il problema della cannabis all'ingrosso dalla prospettiva di innescare una procedura di infrazione della legge europea. Berlino ha intenzione di mettere la commissione europea dalla sua parte. Secondo l'Eckpunktepapier, il piano A consiste nell'ottenere l'approvazione delle istituzioni europee.

Nella proposta, presentata dal ministro della salute tedesco Karl Lauterbach, l'idea è quella di aggirare gli ostacoli legali delle convenzioni Onu sul controllo delle droghe e del diritto dell'Ue, semplicemente rilasciando una "dichiarazione interpretativa". Tuttavia, secondo un'analisi legale pubblicata dal Transnational Institute (TNI) nel settembre 2022, i tedeschi stanno scegliendo una strada delicata, e non uno dei tre o quattro metodi praticabili individuati in tutto il mondo. Secondo il TNI, paesi come l'Uruguay, Malta, il Canada, il Messico e più recentemente la Colombia hanno optato per soluzioni migliori.


Opzioni legali per la Germania:

Un rapporto della società di cannabis medica Cansativa vede quattro diverse strade per la Germania:

  1. Come hanno fatto Uruguay e Canada, ignorare semplicemente gli accordi internazionali sulla cannabis.
  2. La Germania si ritira dai trattati Onu e ripresenta la domanda di adesione con riserva. Questo rallenterebbe notevolmente il processo di legalizzazione.La Germania cerca di modificare le convenzioni Onu. Una sfida difficile, visti gli approcci ampiamente divergenti dei paesi firmatari dei trattati sulle droghe.
  3. La Germania attiva la modifica inter se dei trattati, basata sulla Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati, che fornisce una valvola di sicurezza. Due o più stati firmatari agiscono insieme per modificare un trattato senza incorrere in una violazione delle sue disposizioni.

Questo è importante, perché tutte e tre le convenzioni Onu sulle droghe contengono disposizioni sulla cannabis. La Convenzione del 1961 nomina il fiore e la resina della cannabis, la Convenzione del 1971 menziona il Thc, il composto psicoattivo della cannabis, mentre la Convenzione del 1988 contiene disposizioni sulla coltivazione e l'eradicazione della cannabis.

Secondo la proposta tedesca, il suddetto piano A consiste nel presentare la "dichiarazione interpretativa" alla commissione europea, nella speranza di ottenere il via libera. Ma se questa "soluzione interpretativa" non dovesse passare – cosa su cui la maggior parte degli esperti di legge sulla cannabis scommette, data la mancanza di basi legali – il governo di Berlino ha aggiunto una vaga opzione B al suo documento preparatorio. Vale a dire, che la legislazione proposta "sia accompagnata da una richiesta tedesca di alcuni emendamenti/aggiornamenti a livello di diritto comu…

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