Idee Ia e diritto d’autore

L’intelligenza artificiale generativa di immagini cancella il lavoro degli illustratori

Insieme al Center for Artistic Inquiry and Reporting, l'illustratrice Molly Crabapple ha scritto una lettera aperta contro l’uso dell'intelligenza artificiale nella produzione di immagini. Questa pratica nuoce al lavoro di artisti, vignettisti e illustratori e viola le norme sul diritto d'autore.

Pubblicato il 25 Maggio 2023 alle 10:47

Fin dagli albori della carta stampata, l'illustrazione è stata utilizzata per chiarire e/o aggiungere prospettiva agli articoli. Anche l'avvento della fotografia nel XIX secolo non ha eliminato l’illustrazione: il disegno a mano ha continuato ad avere un suo ruolo proprio, come sintesi della visione dell'artista o come interpretazione delle intenzioni dell'autore. L'arte degli illustratori racconta ancora qualcosa, non solo intimamente legato alle notizie, ma anche intrinsecamente “umano” rispetto all'articolo stesso.

L'avvento della tecnologia di intelligenza artificiale generativa mette a rischio questa confluenza interpretativa e narrativa unica, di arte e testo, di scrittore umano e illustratore umano: questo lavoro è a rischio di estinzione.

Basandosi su suggerimenti testuali, questi strumenti generativi possono produrre simulacri curati e dettagliati di quelle che, in precedenza, erano illustrazioni prodotte da un essere umano. Lo fanno per pochi centesimi o gratuitamente, e sono più veloci di qualsiasi umano. 


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Poiché nessun illustratore umano è in grado di lavorare in modo sufficientemente rapido o economico per competere con questi sostituti robotizzati, è chiaro che se questa tecnologia non verrà monitorata rimodellerà radicalmente il giornalismo. Il risultato? Solo una piccola élite di artisti potrà rimanere in attività, vendendo il suo lavoro come una sorta di status symbol di lusso.

I generatori di arte basati sull’Ia sono addestrati sulla base di enormi banche dati, contenenti milioni e milioni di immagini protette da diritto d'autore, estratte senza che il loro creatore ne sia a conoscenza, sia stato pagato o abbia consentito. Si tratta di fatto della più grande rapina d'arte della storia, perpetrato da aziende dall'apparenza rispettabile, sostenute dai capitali della Silicon Valley. 

Una rapina alla luce del sole

Se pensate che queste parole suonino come allarmistiche, considerate che il lavoro generato dall'Ia è già stato utilizzato per le copertine dei libri e come illustrazione editoriale, privando gli illustratori della loro fonte di sostentamento. Di conseguenza, artisti e illustratori hanno già cominciato a citare in giudizio alcuni creatori di generatori d'arte Ia per violazione del diritto d'autore.

Perché, al di là dell'effetto immediato sui singoli artisti, questo è importante? L'Ia sostiene di avere la capacità di creare arte, ma non sarà mai in grado di farlo in modo soddisfacente, perché i suoi algoritmi possono solo creare variazioni di arte già esistente. L’Ia crea solo versioni surrogate di illustrazioni che non hanno alcuna intuizione, spirito o originalità. L'arte generativa dell'Ia è vampirica, si nutre delle generazioni passate di opere d'arte mentre succhia la linfa vitale dagli artisti viventi. Nel tempo, questo impoverirà la nostra cultura visuale. Gli utenti saranno addestrati ad accettare quella che in apparenza sembra arte, ma mancheranno l'ingegno, la visione personale, la sensibilità individuale e l'umanità.

Si tratta anche di una scelta economica per la società. Mentre le carriere degli illustratori saranno decimate dall'arte dell'intelligenza artificiale generativa, le aziende che sviluppano la tecnologia stanno facendo fortuna. La Silicon Valley sta attaccando i salari degli artisti in carne e ossa, e questo attraverso i suoi investimenti nell’Ia.

L'Ia generativa è solo all'inizio. Se gli illustratori vogliono rimanere tali, il momento di lottare è adesso. Molly Crabapple e il Center for Artistic Inquiry and Reporting invitano gli artisti, gli editori, i giornalisti, i curatori e i leader dei sindacati del giornalismo a impegnarsi per i valori umani contro l'uso delle immagini dell'Ia generativa per sostituire l'arte fatta dall'uomo.

L'editoria multimediale prende molto sul serio i diritti di proprietà intellettuale. La sua attività non esisterebbe senza sostenere le leggi e i valori che proteggono tali diritti. Se le redazioni vogliono resistere al furto aziendale, devono impegnarsi a sostenere l'arte editoriale realizzata dalle persone, non dai data center.

A Voxeurop ci impegniamo a non utilizzare immagini generate dall'intelligenza artificiale, a meno che l'immagine stessa non sia il soggetto di un articolo. A volte utilizziamo l'Ia come strumento per assistere la traduzione e la generazione del testo, ma tutto quanto viene pubblicato su Voxeurop è opera di una persona o è stato modificato/revisionato da un umano. Se dovessimo pubblicare un contenuto in gran parte generato dall'Ai, lo segnaleremmo come tale.

Un logo per segnalare un giornale senza aggiunta di Ia

I nostri partner di Cartoon Movement hanno firmato questa lettera e hanno elaborato un logo che i mezzi d'informazione possono aggiungere al loro sito web per dimostrare che sono "AI-free", realizzati senza intelligenza artificiale.

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