"Bielorussia al collasso", titola Gazeta Wyborcza. Il paese è sull'orlo del tracollo economico, privato dei fondi internazionali dopo la violenta repressione contro gli oppositori messa in atto dal governo di Alexander Lukashenko durante le elezioni del 2010 e intensificatasi dopo l'attentato dinamitardo alla metropolitana di Minsk l'11 aprile. "I bielorussi stanno facendo scorte di valuta straniera, zucchero, farina e grano", e "il panico dei mercati" è alimentato dalle voci di un'imminente svalutazione del rublo bielorusso. Lo spazio di manovra rimasto a Lukashenko è ormai limitato, sottolinea Gazeta Wyborcza. Secondo il quotidiano sia l'occidente che la Russia "lo hanno messo con le spalle al muro". In cambio dell'aiuto finanziario, Mosca vuole una partecipazione nelle "più appetibili aziende bielorusse". La Russia rappresenta l'ultima speranza per Minsk. Secondo l'ex ministro russo dell'economia Yevgeny Yasin, però, "Mosca aiuterà Lukashenko soltanto fino a quando non troverà qualcuno per rimpiazzarlo".
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