Analisi Sport e riscaldamento globale

Mondiali di calcio, Olimpiadi…quando lo sport globale è una bomba per il clima

I mondiali di calcio in Qatar non sono l'unico evento sportivo ad avere un costo ambientale (e sociale) disproporzionato. In un mondo in ginocchio di fronte ai cambiamenti climatici, è ancora possibile organizzare eventi di questo tipo?

Pubblicato il 8 Dicembre 2022 alle 11:18

I Mondiali in Qatar hanno messo sotto gli occhi del mondo gli eccessi dello “sport business”: "Questi eventi riuniscono centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo, per qualche settimana: persone che viaggiano e consumano, in alcuni casi, in siti costruiti per l’occasione", osserva la politologa Carole Gomez, specialista di sport e relazioni internazionali.

Sulla scia di questo tipo di eventi, le emissioni di gas serra stanno esplodendo, soprattutto a causa dei viaggi aerei. La FIFA stima che i Mondiali in Qatar produrranno 3,6 milioni di tonnellate di CO2, pari alle emissioni di Islanda e Montenegro in un anno. Le precedenti edizioni in Russia, Brasile e Sudafrica erano state disastrose dal punto di vista climatico, con emissioni superiori a 2 milioni di tonnellate di CO2. Queste cifre, sottovalutate, rappresentano un contributo concreto e tangibile al cambiamento climatico.

Eventi sportivi di questo tipo si traducono in una distruzione diretta dell’ambiente. Le infrastrutture necessarie (impianti sportivi, alberghi, autostrade, aeroporti, ecc.) sono spesso costruite a spese delle zone naturali. Per le Olimpiadi invernali in Russia – che si sono svolte nel 2014 nella località balneare di Sochi – la società statale Olympstroy ha costruito un'autostrada che attraversa le foreste del Caucaso, alcune delle quali classificate come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. 

In Corea del Sud, quattro anni dopo, la foresta del Monte Gariwang, composta da alberi millenari e considerata sacra, è stata distrutta per costruire piste da sci. Una volta gli atleti ripartiti, la provincia di Gangwon non sapeva cosa fare con queste strutture.

Le voci contrarie

Così come sono organizzate attualmente, "queste competizioni sono uno spreco di denaro, in un mondo sull'orlo del collasso: in Francia per esempio, la temperatura media potrebbe essere più alta di 3,8°C rispetto all'inizio del Ventesimo secolo", afferma Jérôme Santolini, uno dei coordinatori del collettivo Scientifiques en rébellion, composto da scienziati di tutte le discipline che si mobilitano contro l'inazione climatica. "Siamo in un punto di totale incertezza, e l'entità della catastrofe dipenderà dalle nostre scelte di oggi. Le competizioni sportive non possono rimanere escluse da questa riflessione”.


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Visto che mette insieme tutte queste assurdità dal punto di vista ecologico, la Coppa del Mondo in Qatar può provocare un risveglio generale? "Stiamo vivendo un momento importante", afferma Christophe Lepetit, economista sportivo. Soffia un vento di protesta, al grido di "mai più". Le condanne, anche da parte dei calciatori, si moltiplicano. Alcuni cittadini si sono impegnati a boicottare le partite per privare la FIFA dei suoi principali introiti: i diritti televisivi, organizzando eventi alternativi per tutta la durata dei Mondiali.

Questo disconoscimento "mina la strategia del Qatar di estendere la propria influenza regionale e internazionale sfruttando la popolarità di un grande evento sportivo", afferma Gomez. "Il paese ha sottovalutato l'entità del fronte che si sarebbe sollevato, in particolare con la crescente sensibilità delle popolazioni ai disastri ambientali e ai diritti umani”.  

Giochi invernali nel deserto saudita

I responsabili delle decisioni di questo tipo – cioè gli organismi come il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e la FIFA – continuano come se nulla fosse. I Mondiali di calcio del 2022 in Qatar sono l'albero che nasconde una foresta di disastri. Ad esempio, la prossima edizione sarà nel 2026: 48 squadre e non 32, con partite suddivise tra Canada, Stati Uniti e Messico.

"La FIFA ha imposto un tale gigantismo che i singoli paesi non vogliono più organizzare una Coppa del Mondo", afferma l'economista sportivo Pierre Rondeau. Secondo il quotidiano britannico The Times, dopo il duo Spagna-Portogallo e il quartetto Uruguay-Argentina-Paraguay-Cile, l'Arabia Saudita, l'Egitto e la Grecia si preparano a presentare una candidatura congiunta per l'organizzazione dei Mondiali del 2030.

Come se non bastasse, il Qatar ospiterà la Coppa d'Asia di calcio nel 2023. Questa volta la competizione si svolgerà in giugno-luglio, quando il termometro raggiungerà i 50°C e l'aria condizionata sarà in piena attività. E nonostante le immagini delle sedi delle Olimpiadi di Pechino – piste coperte di neve artificiale in un'area industriale desolata – l'Arabia Saudita si è aggiudicata i Giochi Asiatici Invernali del 2029, che ospiterà a Neom, una megalopoli futuristica ancora in costruzione nel mezzo del deserto.

I promotori sostengono che le temperature scenderanno "sotto gli 0°C in inverno", ma hanno taciuto sulla scarsità di precipitazioni – e quindi di neve – in quest'area desertica. La città avrà piste da sci aperte tutto l'anno, un lago artificiale d'acqua dolce, chalet, palazzi e hotel di lusso.

Le Olimpiadi del 2024 a Parigi

La Francia, che ospita regolarmente competizioni internazionali e si prepara ad ospitare le Olimpiadi del 2024 a Parigi, ne esce bene? Non proprio, nonostante una comunicazione che racconta che il Paese punta sempre di più sul “green”, ci sono gli esempi della Coppa del Mondo di Rugby del 2023, che di fatto è una vetrina per la compagnia aerea Emirates e per TotalEnergies, uno dei maggiori emettitori di CO₂ al mondo. 

Oppure, ancora, il  Tour de France, che è da sempre preceduto dalla "carovana" degli sponsor – circa 160 veicoli – che lanciano una valanga di leccornie lungo le strade della Francia, e seguita da una moltitudine di auto (staff, medici, organizzatori, media, funzionari...). 

I Giochi Olimpici, che si terranno a Parigi nel 2024, vengono presentati come "il primo grande evento sportivo positivo per il clima": "Il Comitato organizzatore si è impegnato a dimezzare le emissioni legate all'organizzazione dei Giochi estivi e a compensare con una quantità di emissioni di CO2 maggiore di quelle che emetteremo", ha spiegato a Reporterre Georgina Grenon, direttore dell'eccellenza ambientale di Parigi 2024. 

"Che le Olimpiadi del 2024 stiano andando meglio di altre, perché no... Ma resta il fatto che per organizzarli si sacrificano aree naturali e che dal punto di vista ecologico sarebbe meglio che non si tenessero affatto", lamenta Yun, attivista del collettivo Saccage 2024, per il quale i Giochi Olimpici sono "un acceleratore-catalizzatore" del Grand Paris, il progetto di espansione urbana della metropoli.

I 13,4 milioni di spettatori attesi per tutta la durata della competizione arriveranno principalmente in aereo. In Seine-Saint-Denis (il dipartimento che ospiterà le Olimpiadi, uno dei più poveri di Francia), o nella vicina Val-d'Oise, i collettivi denunciano un'accelerazione dei progetti di distruzione, inquinamento, sfratto e speculazione immobiliare. 

Una parte degli orti pubblici e dei giardini di Aubervilliers, un comune della Seine-Saint-Denis, è stata rasa al suolo per costruire una piscina di allenamento e un solarium. A Taverny (Val-d'Oise), la costruzione di una piscina olimpionica ha distrutto 30.000 m2 di verde. La Corte d'appello amministrativa di Parigi ha respinto il ricorso degli oppositori, senza possibilità di appello, perché il progetto era protetto dalla "legge d'eccezione per i Giochi Olimpici", volta a velocizzare le procedure. A Elancourt (Yvelines), gli alberi vengono abbattuti per realizzare una pista per mountain bike. E nei cantieri lavorano immigrati senza permesso di soggiorno, che vengono sfruttati su base quotidiana. 

La trappola del criticare la Coppa del Mondo in Qatar potrebbe risiedere nel relativizzare le competizioni successive", continua Yun. “Affrontare seriamente l'emergenza climatica significa che dobbiamo ripensare il nostro intero modello”.

👉 Articolo originale su Reporterre

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