“Hollande datti una mossa, c’è un incendio”, avverte il settimanale Marianne. Libération parafrasa invece lo slogan della campagna del presidente (“Il cambiamento è adesso”) scrivendo: “Per Hollande il cambiamento è urgente”. È un’opinione condivisa da buona parte della stampa francese al ritorno dalle ferie del governo socialista, in carica dal mese di maggio.
Il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha riconosciuto la gravità della situazione, pur ribadendo che “non sarà il primo ministro della svolta dell’austerity”. Secondo Le Figaro, tuttavia, la sua è una posizione difficile: “Sforzi sì ma austerity no: la formula del governo si annuncia come un’autentica acrobazia”.
Libération si chiede:
Che fare quando le circostanze e gli eventi incalzano? Quando la crisi economica e sociale si aggrava a un ritmo sempre più preoccupante? Ci si deve mettere al passo o prendere tempo? La settimana folle vissuta dall’Eliseo, da Matignon e dal governo […] sottolinea che il concetto di ‘presidenza normale’ di sicuro non sopravvivrà a questa prima crisi politica.
Il settimanale L’Express titola provocatoriamente “I traditi di Hollande” e passa in rassegna le varie speranze deluse, ricordando che “François Hollande e i suoi elettori hanno contratto un matrimonio di convenienza, certo, ma questo non impedisce di provare veri sentimenti o rancori”:
C’è chi grida al tradimento, a titolo preventivo. C’è chi si rende conto che la purezza delle promesse sta per essere violata, messa alla prova con la realtà. C’è infine chi ha ottimi motivi per lamentarsi: tutti coloro che credevano che Hollande avrebbe rinegoziato il trattato fiscale europeo (che deve essere ratificato in autunno dal parlamento). Nel nome dell’impegno a raggiungere il pareggio di bilancio, (Hollande) rischia di aumentare il più grosso contingente di ingannati e cornuti che si ricordi: quello dei contribuenti. E per lui diventerà sempre più difficile sostenere che soltanto i ricchi saranno salassati.