Rassegna Critical East

La Russia, un gigante dai piedi di… uova? 

Le infrastrutture russe si sgretolano, la popolazione è sempre più povera e le ondate di crisi si accumulano. Nel frattempo in Bielorussia la repressione nei confronti degli oppositori si fa più dura. Paulina Siegień di Krytyka Polityczna ci racconta cosa succede al di là del confine orientale dell'Ue.

Pubblicato il 30 Gennaio 2024 alle 16:23

Le uova faranno cadere Putin?

La domanda mi ha riportato alla memoria la vecchia storia di Koščej l'immortale, un personaggio del folklore russo. Koščej, tra le tante nefandezze, rapisce le principesse... e la chiave per sconfiggerlo è annullare la sua immortalità. Come? Attraverso una chiave, che si trova in un uovo nascosto in una serie di oggetti o animali (dentro un’anatra, dentro una pietra…). Una volta che l’eroe in questione ha trovato e rotto l'uovo, Koščej muore.  

La "crisi delle uova" in corso in Russia fa eco a questo folklore. Il prezzo delle uova è aumentato bruscamente nell'ultimo anno. Vladimir Putin ha dato la colpa dell'impennata dei prezzi all'aumento dei redditi: un'illusione tipica della propaganda del Cremlino. È riassunto da una mia frase preferita, "Путин поручил разобраться". Più o meno: “Putin ha dato istruzioni per affrontare il problema”.

Sulla rivista The Insider, Marina Dulneva ha analizzato da vicino la questione delle uova, chiedendone conto a esperti e produttori. Sembra che le sanzioni stiano effettivamente rendendo più costosa la produzione di uova perché mangimi e antibiotici, che rendono produttive le galline, arrivavano dall'Occidente, mentre ora entrano in Russia dalle cosiddette “importazioni parallele”. Questo significa costi più elevati.


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In secondo luogo, anche le uova da cova, da cui derivano galline e polli, erano in gran parte importate: sapendo che il ciclo di vita di una gallina ovaiola va dai 18 mesi ai 2 anni è in questo che il deficit diventa evidente.

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Per i russi, le uova sono particolarmente importanti: si tratta di una fonte di proteine a basso costo per sostituire la carne, che sempre meno cittadini possono permettersi.

La realtà è che la Russia sta affrontando una crisi crescente a causa della guerra, cosa non evidente tramite indicatori come il Pil o l'inflazione, poiché l'economia russa funziona grazie alle ingenti spese di guerra. Come racconta Holod, esperti indipendenti concordano sul fatto che questo modello economico è insostenibile e che il 2024 sarà un anno difficile per la Russia.

Le infrastrutture russe si stanno sgretolando 

Non sono solo le uova a far presagire il peggio per la Russia. Per il secondo anno consecutivo, la propaganda russa racconta un’Europa bloccata senza il gas russo. Allo stesso tempo, vengono lanciati  missili contro le infrastrutture per riscaldamento dell'Ucraina... Ma per ora, nonostante la reputazione, sono i russi a congelare.

In diverse città, decine di migliaia di persone stanno congelando nei loro appartamenti a causa di caldaie guaste e tubi dell'acqua scoppiati, riporta Novaya Gazeta Europe. I russi si scaldano nei forni a carbone del cortile di casa o cercano rifugio presso parenti e amici. Le infrastrutture russe stanno crollando, per semplice mancanza di manutenzione. Naturalmente, è difficile investire in sistemi di teleriscaldamento quando sono necessari centinaia di milioni di dollari per ogni nuovo attacco missilistico all'Ucraina. E il Cremlino ha le sue priorità.

In breve, le infrastrutture russe sono fatiscenti, la popolazione vive male e le crisi si accumulano. Putin è vecchio, il suo sistema politico è inefficiente e la violenza sta tornando in patria dal fronte. 

Bielorussia: una nuova ondata di repressione politica

In Bielorussia servizi di sicurezza del regime hanno arrestato i parenti dei prigionieri politici. Le ong bielorusse e i politici emigrati ritengono si parli di circa 150 persone. Una delle ragioni per le detenzioni è che le famiglie dei prigionieri politici - e di alcuni ex prigionieri che nel frattempo sono tornati in patria - ricevevano assistenza finanziaria da organizzazioni bielorusse con sede all'estero.

In realtà, questa nuova ondata di repressione può essere collegata alle prossime elezioni nel paese, che paradossalmente non avranno alcun significato politico. La scrittrice Anna Zlatkowskaja ritiene che questa repressione sia un ennesimo tentativo di uccidere la solidarietà nella società bielorussa, semplicemente criminalizzandola.

Il portale bielorusso Zerkalo scrive che almeno 200 persone sono state arrestate nel 2023 dopo essere tornate in Bielorussia. Il regime sta usando sia la carota che il bastone: promette sicurezza a chi torna, in cambio dell'espressione di rimorso per le loro critiche al regime e per la loro partecipazione alle proteste. E nel frattempo rende impossibile gestire le loro proprietà dall'estero e ottenere documenti presso i consolati bielorussi. Per chiunque abbia pfatto un solo commento critico nei confronti di Aljaksandr Lukašėnko, o abbia organizzato un'azione o un'iniziativa, è pericoloso stare in Bielorussia. Ma gli esuli politici si trovano in una situazione terribile, soprattutto se la loro famiglia rimane in Bielorussia.

La Polonia post elettorale

La coalizione filo democratica che ha vinto le elezioni polacche di ottobre è alle prese con l'eredità di otto anni di governo di Jaroslaw Kaczynski e dei suoi compari. Come sottolinea Grzegorz Sroczyński su Gazeta.pl, non sarà facile riabilitare un paese i cui controlli ed equilibri sono stati sistematicamente smantellati e in cui il presidente stesso rimane un attore ostile.

La polarizzazione si sta esacerbando, osserva Jakub Majmurek su Krytyka Polityczna, creando un'atmosfera cupa e sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità delle istituzioni polacche.

In collaborazione con Display Europe, cofinanziato dall'Unione europea. I punti di vista e le opinioni espressi sono esclusivamente quelli dell'autore o degli autori e non riflettono necessariamente quelli dell'Ue o della Direzione Generale per le Reti di Comunicazione, i Contenuti e la Tecnologia. Né l'Unione europea né l'autorità che ha concesso il finanziamento possono essere ritenute responsabili.
ECF, Display Europe, European Union

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