Dopo lo scoppio della guerra lampo russo-georgiana dal 7 al 12 agosto 2008, terminata con la sconfitta della Georgia e l'indipendenza autoproclamata delle due regioni separatistiche - Ossezia del sud e Abkhazia - la Russia e la Georgia si rinfacciano a vicenda la responsabilità della guerra. Un rapporto commissionato dall'Ue sulle origini del conflitto è stato pubblicato in questo giorni. Il rapporto conclude che è stata la Georgia a scatenare la guerra con la Russia, ma accusa allo stesso tempo Mosca di aver fatto salire la tensione. Il rapporto conferma la pulizia etnica dei cittadini georgiani e rifiuta le giustificazioni addotte dalla Russia per invadere la Georgia.
Più di 1,5 milioni di euro, questa è la cifra sborsata per scoprire che è la Russia ad aver infiammato la regione del Caucaso nell'agosto del 2008, e la Georgia all'origine della guerra in Ossezia, ironizza Dziennik Gazeta Prawna. "Se il rapporto dell'Ue è costato così caro e arriva così tardi, è perché l'Unione non voleva spiegare nulla, ma solo cercare di calmare le acque".
Questa estate lo Spiegel ha pubblicato le conclusioni del rapporto commissionato dall'Ue che erano molto dure nei confronti del governo georgiano. Molto rapidamente si è constatato che alcuni esperti erano alle dipendenze del gigante russo Gazprom, scrive il quotidiano di Varsavia. Così nuovi esperti sono stati nominati, fra i quali alcuni polacchi. Uno di loro ha rivelato a Dziennik che la nuova équipe aveva lo scopo di liberare la Georgia dall'intera responsabilità della guerra. Ed è quello che è successo. Non c'è stato un genocidio georgiano contro gli osseti, ma l'operazione militare della Georgia era contraria alle leggi internazionali, concludono gli esperti. "Opportunismo? No, solo geopolitica", scrive Dziennik, che sottolinea come l'Ue abbia reso un giudizio salomonico. "Condannare solo la Georgia avrebbe aumentato le pressioni sul paese, ma fare della Russia l'unica responsabile avrebbe voluto dire il falso, conclude il quotidiano.
L'Occidente ha bisogno della Russia
Il parere degli esperti riuniti sotto la guida di Heidi Tagliavini non stupisce molto Zbyněk Petráček, giornalista di Lidové Noviny. "Gli specialisti non hanno trattato l'aspetto politico e gli interessi di potere (…), non si sono posti la questione di sapere perché la parte A ha sparato sulla parte B, ma solo chi ha sparato per primo". La posizione di Bruxelles secondo Petráček non tiene conto del fatto che la Russia ha provocato la Georgia, in particolare cominciando a distribuire passaporti russi agli abitanti dell'Ossezia del sud.
"Finché il suo presidente Mikheil Saakashvili non avrà lasciato il potere, la Georgia continuerà a rappresentare un pericolo per la Nato", osserva la Frankfurter Rundschau. "Qualunque persona onesta ritirerebbe subito la promessa fatta alla Georgia di entrare nella Nato [in occasione del vertice di Bucarest del 2008]. Saakashvili deve essere considerato un po' come l'afgano Hamid Karzai, un personaggio da accettare in attesa di qualcosa di meglio". E come gli Stati Uniti hanno ricordato di recente, Mosca rimane un partner fondamentale negli affari internazionali. "La differenza è tutta qui. L'Occidente ha bisogno della Russia, ma non della Georgia", scrive quotidiano tedesco,
Smentendo la tesi di Saakashvili, secondo cui la sua offensiva era solo un atto di legittima difesa, il rapporto dell'Ue rappresenta un duro colpo per il presidente georgiano. "Il Caucaso è una regione più complicata di quello che si crede. La prontezza del presidente georgiano Saakashvili a mettersi davanti alle telecamere della Cnn non gli attribuisce particolari qualità democratiche", commenta il Guardian nel suo editoriale. "Questo rapporto dovrebbe indurre a una maggiore prudenza chi ha dato dei giudizi affrettati sulle relazioni fra la Russia e i suoi vicini".
Violazioni da ambo le parti
"Quello che avrebbe potuto essere evitato si è trasformato in un'accesa guerra lampo, che non solo ha cambiato la situazione sul terreno, ma anche i rapporti fra l'Occidente e la Russia", sintetizza Heidi Tagliavini, presidente della commissione sulle pagine di El País. Rammaricandosi della mancanza di iniziativa della comunità internazionale a reagire di fronte a una situazione che era già preoccupante prima del 2008, Heidi Tagliavini definisce la situazione una "spirale mortale di scontri". Per il capomissione questa guerra si spiega soprattutto con l'ignoranza del diritto internazionale e umanitario di tutte le parti interessate: "anche se è vero che la Georgia ha cominciato le ostilità (…), tutti gli schieramenti (…) hanno violato il diritto internazionale", scrive la Tagliavini in un articolo intitolato, "Georgia, l'occasione perduta".
L'Unione europea ha diviso la colpa fra le due parti "e ha minimizzato le sue responsabilità", osserva Tagesspiegel, che ricorda i mesi di provocazioni e di crescente nervosismo nella regione. "Gli europei dovrebbero chiedersi perché non hanno agito più in fretta. Ricordiamo che la Francia dopo cinque giorni è riuscita a negoziare un armistizio. Probabilmente un intervento più coraggioso prima avrebbe potuto evitare il conflitto", si chiede il quotidiano di Berlino.