Nonostante i solenni impegni per un'immediata ricostruzione presi all'indomani della tragedia in Abruzzo, "a due mesi, 302 morti e 65mila sfollati dal giorno del terremoto, l'unica cosa visibile è l'emergenza", scrive Il Manifesto. Tra le vittime di questa situazione, secondo il quotidiano comunista, ci sarà la partecipazione alle elezioni europee. Ai 35mila "pendolari del terremoto", già costretti a fare la spola tra le sistemazioni provvisorie lungo la costa abruzzese e i loro luoghi di residenza e lavoro, votare nelle circoscrizioni allestite alla bell'e meglio tra le macerie costerà non poche difficoltà, che si aggiungono alla disillusione per l'abbandono da parte delle istituzioni. Facile prevedere un astensionismo record, dunque
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