Nella guerra tra i narcotrafficanti di Limerick per il controllo del territorio, a sconvolgere la città e l'Irlanda intera non è tanto il numero delle vittime – che ammontano comunque a 14 – ma piuttosto l'efferatezza disumana dei crimini.
Nel novembre 2008, il giocatore di rugby Shane Geoghean è stato ucciso davanti alla sua abitazione. Una delle quindici pallottole sparate dall'assassino l'ha colpito mortalmente alla testa. Il giorno dopo però si è scoperto che era stato vittima di un errore: il suo carnefice, che, secondo la polizia, faceva parte della banda McCarthy-Dundon, voleva in realtà sbarazzarsi di un membro del clan rivale di Collopy, già scampato a un'imboscata nel 2006. La sua macchina era stata crivellata da venti proiettili di mitragliatrice.
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REAZIONI
133 avvocati a difesa dello stato di diritto
Una legge d'emergenza per la lotta al crimine è stata approvata dal parlamento irlandese il 10 luglio, con 118 voti contro 23. La legge semplifica le procedure in vigore ed estende le competenze della Corte penale speciale. Due giorni prima, 133 avvocati avevano espresso apertamente la loro opposizione al testo. In una lettera pubblicata dall'Irish Times, gli avvocati affermano che "l'Irlanda sarà umiliata" davanti alle Nazioni Unite e la Corte europea dei diritti dell'uomo. "È semplicemente incredibile che la nostra società si sbarazzi dei diritti e dei regolamenti senza prendere in considerazione gli effetti di questa normativa d'emergenza in materia di emergenza sulle leggi del paese", sostengono gli avvocati. Il ministro della Giustizia Dermot Ahern ha risposto pochi giorni dopo in un articolo pubblicato dallo stesso giornale. "La legge rispetta i diritti umani, e faremmo bene a ricordare che uno di questi diritti fondamentali è il diritto alla vita".