Quattro anni dopo la “rivoluzione Twitter”, che ha segnato la fine del governo comunista in Moldavia a vantaggio delle forze filoeuropee, il quotidiano ricorda che non è stata avviata nessuna inchiesta sugli abusi commessi.
Ufficialmente durante le rivolta sono state uccise 3 persone e più di 400 sono state torturate, ma l’identità dei colpevoli, “volti nascosti agli occhi dell’opinione pubblica”, non è mai stata stabilita. I procuratori e una parte della stampa assicurano che le vittime erano i poliziotti.
“Chi ha interesse a nascondere la verità?”, si domanda Timpul. Il governo filoeuropeo nato dalle elezioni democratiche successive alla rivolta si è dimesso il 5 marzo scorso, e il paese è attualmente guidato da un esecutivo provvisorio.
Ti piace quello che facciamo?
Contribuisci a far vivere un giornalismo europeo e multilingue, in accesso libero e senza pubblicità. Il tuo dono, puntuale o regolare, garantisce l’indipendenza della nostra redazione. Grazie!

