Sculeni (Romania), aprile 2009. Studenti moldavi manifestano contro il presidente moldavo (AFP)

Un passaporto romeno per entrare in Europa

Dopo l'adesione all'Ue, per i giovani moldavi la Romania è diventata la porta d'ingresso all'Europa. Sono sempre di più quelli che arrivano per studiare e, incoraggiati da Bucarest, richiedono il passaporto romeno. Mentre la Moldavia accusa il suo vicino di aspirazioni egemoniche, a Chisinau si sta formando una coalizione che mira all'integrazione europea.

Pubblicato il 10 Agosto 2009 alle 15:35
Sculeni (Romania), aprile 2009. Studenti moldavi manifestano contro il presidente moldavo (AFP)

Dalla sua stanzetta di una città universitaria di Bucarest, Andrei Babcinetchi vede un campo sportivo in cemento e case popolari risalenti all’epoca comunista. No, questo non è ancora l’Occidente che questo studente moldavo sognava, ma si tratta pur sempre di un notevole passo avanti: il soggiorno in Romania è infatti un passaggio obbligato per coloro che vogliono emigrare dal suo Paese in Occidente. "Sono iscritto all’Accademia di studi economici" spiega il giovane studente. "Tra due anni prenderò la laurea e conto di proseguire gli studi in Europa occidentale. Se fossi rimasto in Moldavia non avrei avuto chance: la Romania, invece, è nell’Unione europea e il diploma che otterrò a Bucarest sarà riconosciuto in tutti i Paesi membri. Noi moldavi non vogliamo essere isolati dal resto del mondo: anche noi apparteniamo all’Unione europea".

Al pari di Andrei Babtcinetchi, sono decine di migliaia gli studenti moldavi arrivati in Romania per continuare i loro studi, spinti dal desiderio di entrare in Europa. Tutti pretendono un passaporto romeno, considerato il lasciapassare per l’area Schengen. La Moldavia è un antico territorio romeno annesso dall’Unione Sovietica dopo la Seconda guerra mondiale: due terzi dei quattro milioni di moldavi parlano rumeno, gli altri il russo. Diventata indipendente dopo il disfacimento dell’Unione Sovietica nel 1991, la Moldavia si è ulteriormente impoverita dopo il ritorno ai vertici del Partito Comunista, avvenuto nel 2001. L’adesione della Romania all’Ue, nel 2007, l’ha resa un Paese molto allettante per la giovane generazione di moldavi di lingua rumena. "La Moldavia non è pronta per entrare nell’Ue" afferma il sociologo Dan Dungaciu, che così prosegue: "Questi giovani vogliono integrarsi nell’Unione Europea singolarmente e la chiave di cui dispongono per riuscirvi è la nazionalità romena".

Il 14 aprile scorso il presidente romeno Traian Basescu si è rivolto al Parlamento per patrocinare la causa della Moldavia: "Secondo noi è inammissibile che la nuova generazione moldava non possa venire a studiare in Romania o in altri Paesi europei" ha dichiarato. Il capo dello Stato ha chiesto quindi al governo di Bucarest di accelerare le procedure burocratiche da espletare affinché i moldavi di lingua rumena possano ottenere il rilascio del passaporto. Da allora al consolato romeno di Chisinau, la capitale moldava, sono state depositate circa 800.000 domande di passaporto. La nuova politica di Bucarest aggrava però le relazioni tra i due Paesi: le tensioni tra Romania e Moldavia hanno raggiunto un punto critico in occasione delle elezioni legislative del 5 aprile. I manifestanti avevano messo a ferro e fuoco Chisinau e i giovani avevano addirittura appiccato il fuoco al Parlamento. L’opposizione democratica filoeuropea aveva contestato la vittoria dei comunisti, guidati dal presidente Vladimir Voronine, filorusso.

Il capo di Stato moldavo aveva accusato la Romania di aver provocato i disordini a Chisinau per annettere la Moldavia e di conseguenza aveva imposto un regime di visti per i cittadini romeni. La violenta repressione delle manifestazioni anticomuniste a Chisinau non ha fatto altro che accrescere la collera di Basescu davanti ai parlamentari romeni: "Nel XXI secolo ci ritroviamo alle prese con l’assenza di uno Stato di diritto, con la discriminazione etnica, la repressione delle opposizioni, la censura! Tutti questi elementi creano un’atmosfera di terrore" ha tuonato. La vittoria dell’opposizione anticomunista in occasione delle elezioni anticipate del 29 luglio dovrebbe allentare le tensioni tra i due Paesi. Gli studenti moldavi in Romania, vera avanguardia dei cambiamenti in corso a Chisinau, si rallegrano per la loro vittoria: "Finalmente possiamo parlare sul serio di integrazione nell’Ue. Abbiamo preso gusto alla libertà" afferma Andrei Babtcinetchi.

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Il Partito Comunista resta in ogni caso la forza predominante nel Paese, con 48 seggi contro i 53 seggi complessivi dei partiti dell’opposizione. Con ogni probabilità avranno la loro da dire nelle varie discussioni, in particolare perché per eleggere un nuovo presidente occorrono 61 voti. Ma al di là della pura aritmetica elettorale, il risultato delle elezioni ha offerto nuove speranze ai moldavi che desiderano ottenere un passaporto romeno. "Secondo le nostre previsioni" conclude il presidente Traian Basescu, "vorrebbero acquisire la nazionalità romena circa due milioni di moldavi". In pratica, la metà dell’intera popolazione.

POLITICA

Uniti verso l'Europa

L'8 agosto quattro partiti dell'opposizione filoccidentale moldava hanno formato una coalizione che dovrebbe permettere loro di raggiungere un numero di seggi (53 contro i 48 dei comunisti) sufficiente per formare un governo. "Siamo consapevoli delle responsabilità che ci attendono", affermano su Timpul i leader dei quattro partiti. L'obiettivo dei firmatari dell'atto di nascita dell'Alleanza per l'integrazione europea è lavorare per avvicinare Chisinau a Bruxelles.

"È un atto essenziale e irrevocabile", afferma Arcadie Gherasim nel suo editoriale. "L'Alleanza dovrà prima di tutto firmare l'accordo d'associazione con l'Ue". Quest'ultimo sancirebbe in maniera irreversibile la scomparsa dell'ultimo regime comunista [dopo le contestate elezioni del 5 aprile, l'Ue aveva affermato che l'accordo sarebbe stato preso in considerazione nel caso in cui la Moldavia avesse dimostrato la volontà di "impegnarsi nel cammino democratico"]. Una volta firmato il documento, "nessun 'incidente Voronin' [il presidente comunista] potrà più impedire a centinaia di migliaia di giovani di passare liberamente il fiume Prout verso l'Europa", scrive Timpul.

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