Idee Accesso ai vaccini Covid-19

Perché occorre estendere l’accesso ai vaccini anti Covid a tutti i paesi

I brevetti che proteggono i vaccini contro il Coronavirus sviluppati dai grandi laboratori sono il principale ostacolo alla vaccinazione delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo e un ostacolo alla lotta contro la pandemia. Per questo motivo, diverse organizzazioni chiedono a Bruxelles di rinunciare a difendere la proprietà intellettuale sui vaccini.

Pubblicato il 10 Maggio 2021 alle 13:11

A più di un anno dall'inizio della pandemia, il coronavirus ha ucciso più di 3 milioni di persone, ha causato la più grande crisi economica dagli anni Trenta e ha avuto un effetto devastante sulla vita di miliardi di persone. L'UNICEF avverte: c’è il rischio di una generazione persa a causa della malnutrizione, l'improvvisa sospensione dell'istruzione, la paura e l'incertezza diffusa. Ecco perché è necessario aumentare la produzione di vaccini e renderli un bene pubblico e universale.

Le vaccinazioni sono una parte fondamentale della soluzione per la pandemia. Mentre la maggior parte degli europei sta aspettando con ansia il momento in cui tornare alla vita “normale” e in sicurezza, per la maggior parte dei paesi in via di sviluppo si tratta di un sogno lontano: se non cambia nulla, l'attuale carenza di vaccini significa che potrebbe volerci fino al 2023 prima che tutti nel mondo abbiano accesso alla protezione. Peggio,  potremmo non arrivare mai al controllo del virus, poiché i vaccini attuali potrebbero essere inefficaci contro le nuove varianti.

Tuttavia, una soluzione esiste: aumentare la produzione di vaccini rendendoli un bene pubblico universale. In tempi di crisi, dovrebbe essere evidente scavalcare temporaneamente i diritti di proprietà intellettuale e dare a tutti i produttori di vaccini affidabili il diritto e le conoscenze esistenti per fare vaccini, test e trattamenti su larga scala in tutto il mondo, in modo più veloce, più facile, più economico.

Tuttavia, a tal fine, la Commissione europea dovrebbe cambiare drasticamente il modo in cui sta trattando le aziende farmaceutiche in questo momento. E qui sta il problema.

Secondo il Corporate Europe Observatory, la European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (EFPIA), il principale gruppo di pressione di "Big Pharma" in Europa, spende fino a 5,5 milioni di euro in attività di lobbying (dati del 20209. Un bell'investimento: le loro argomentazioni per -parafrasando- “mantenere i brevetti nelle nostre mani, e fidarsi di loro per distribuire i vaccini” sono state riprese alla cieca dalla Commissione europea, e contrastano nettamente con lo stato attuale delle cose.

Questo "impegno volontario" si è dimostrato molto ingenuo: l'Organizzazione mondiale della Sanità ha creato una piattaforma dove le istituzioni farmaceutiche possono condividere le loro conoscenze e i loro diritti di proprietà. Un tale approccio ha assicurato in precedenza che i farmaci contro l'HIV/AIDS diventassero disponibili in molti più paesi. 

Ma questa "banca del sapere" contro il coronavirus è ancora vuota, gli scaffali stanno raccogliendo polvere. Le compagnie farmaceutiche tengono la tecnologia per sé, dato che nessun contratto le obbliga a fare il contrario.

Quindi perché dovrebbero? I brevetti permettono alle aziende di vendere i prodotti che sviluppano con un profitto, e di controllare chi li produce e li vende.

Per loro, la pandemia è una festa. La People's Vaccine Alliance ha calcolato che Pfizer, Johnson & Johnson e AstraZeneca hanno versato 26 miliardi di dollari in dividendi e riacquisti di azioni ai loro azionisti negli ultimi 12 mesi, una cifra che basterebbe a pagare per vaccinare l'equivalente della popolazione dell'Africa. Per Pfizer, pare che le cose non vadano mai abbastanza bene: l’azienda sta  aumentando il suo prezzo per dose da 12,5 a 19 euro.  

Nonostante la promessa di rendere i vaccini disponibili a tutti, la Commissione europea non sta facendo nulla. Chiediamo all'Europa e a tutti i suoi stati membri di unirsi ai quasi 100 paesi e alle innumerevoli organizzazioni della società civile per sostenere l'esenzione temporanea dal brevetto presso l'Organizzazione mondiale del Commercio. Persino gli Stati Uniti, un noto avversario, stanno ora considerando di unirsi ai sostenitori di questa causa.

L'Europa non si convincerà da sola. Di fronte all'enorme potere finanziario di "Big Pharma", dobbiamo opporre e costruire un potere dal basso, fatto dalle persone. Un'iniziativa dei cittadini europei è uno dei rarissimi metodi ufficiali per incidere direttamente sulle politiche europee. Grazie a questo strumento ufficiale, la Commissione Europea è obbligata a rispondere alle nostre richieste una volta che abbiamo raggiunto il milione di firme. L'iniziativa "No Profit on Pandemic" chiede alla Commissione Europea di rendere i vaccini e le cure per il coronavirus un bene comune e universale, ed esige piena trasparenza sui negoziati, sui prezzi di acquisto e sui costi di produzione. Il nostro movimento conta più di 350 sindacati europei, associazioni sanitarie e Ong, e 175.000 cittadini europei, ad oggi.Una mobilitazione su scala europea è necessaria per cambiare il corso della storia. I profitti sono un ostacolo alla protezione della sicurezza della popolazione mondiale e del futuro di intere generazioni. Ma noi possiamo cambiare le cose.

Tutti i cittadini dell'Ue possono firmare l'iniziativa dei cittadini europei qui: No Profit on Pandemic

👉 L'elenco delle organizzazioni che sostengono la campagna.

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