Francia-Germania

Cresce l’attesa per la nuova coppia

Pubblicato il 8 Maggio 2012 alle 13:39

Come cambierà la coppia franco-tedesca adesso che François Hollande sostituisce Nicolas Sarkozy a fianco di Angela Merkel? Nonostante le critiche alla politica di rigore, il nuovo presidente francese non dovrebbe tardare a rientrare nei ranghi, affermano Le Figaro e la Tageszeitung.

Il francese Le Figaro ricorda i punti chiave dell’inevitabile braccio di ferro tra Angela Merkel e il nuovo presidente francese:

Berlino non nasconde la sua irritazione di fronte alla rinnovata volontà dell’équipe Hollande di rinegoziare il trattato fiscale per aggiungervi una parte sulla crescita. Per rassicurare i collaboratori della cancelliera su questo punto, i consiglieri del candidato socialista avevano fatto intendere che si trattava di “affermazioni legate alla campagna elettorale”.

La cancelliera sa che la situazione di Hollande non gli dà un grande margine di manovra per negoziare e che “cercherà di imporsi a ogni costo per ottenere qualche risultato”, scrive il quotidiano conservatore. Tuttavia la Merkel non dovrebbe cedere sull’obbligo di firmare il trattato, anche a costo di riproporlo più tardi. Di conseguenza spetterebbe al nuovo presidente francese di fare il primo passo firmando il patto di bilancio così com’è. Un gesto che andrebbe contro le affermazioni sostenute durante la sua campagna elettorale contro il rigore in Europa.

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Ma secondo Le Figaro i due leader hanno dei punti in comune: “L’unica buona sorpresa, quando la cancelliera accoglierà il nuovo presidente francese a Berlino, potrebbe essere quella di un incontro” fra due politici che condividono lo stesso carattere di “normalità e semplicità”.

Tutt’altro che secondario, questo legame personale è alla base della fiducia e permetterà di superare le divergenze fra Parigi e Berlino e di arrivare a un consenso che trainerà l’Europa dietro la coppia franco-tedesca. Se Hollande e Merkel partiranno con il piede giusto, tutto diventerà possibile.

La tedesca Tageszeitung dubita fortemente che Hollande andrà molto lontano nella lotta per la crescita. È vero, osserva il quotidiano di sinistra, che i dirigenti di Bruxelles che ambiscono al posto di José Manuel Barroso, come il presidente del parlamento Martin Schulz o la vicepresidente della Commissione Viviane Reding, si sono affrettati a “salutare il nuovo uomo forte di Parigi”, sostenendo la causa di un patto per la crescita.

Ma si tratta di uno dei classici compromessi di Bruxelles: si tende la mano al nuovo arrivato tra i 27 per poi tirarlo verso di sé. Per Bruxelles un patto di crescita del tutto innocuo sarebbe molto interessante perché lascerebbe immutato il patto di bilancio di Merkel e probabilmente non spaventerebbe i mercati. Così tutti sarebbero contenti: Merkel e Hollande, i cittadini e i mercati. L’eurodeputato Elmar Brok (Cdu) sintetizza l’opinion di molti politici europei: “Al più tardi in giugno Hollande dovrebbe rientrare nei ranghi”.

La leadership tedesca non è quindi destinata a venire meno, almeno nel breve periodo, e a Bruxelles e a Berlino il discorso neoliberista, forte del sostegno dei mercati, resiste, afferma la Taz. E se a questo si aggiunge la crisi greca, “il vertice dell’Ue in giugno potrebbe diventare ancora una volta un vertice greco e unire la coppia Merkel-Hollande. Sulla questione di sapere quello che rimarrà del programma socialista, solo il cielo lo sa”.

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