Questo articolo è riservato ai nostri membri
“Nel 1945 ero il secondo bambino più bello dell'ospedale”. Nel corso degli anni, André Ollivro, 77 anni, ha imparato a gestire i giornalisti: inizia con una storia personale, mette in fila gli aneddoti, un album di ritagli di giornale in cui è apparso, e si mette in posa per la macchina fotografica. Vestito con una tuta blu scuro, maglietta a righe bianche e blu e un berretto rosso, sembra la personificazione del bretone che si potrebbe vedere sulla copertina di una guida turistica. Ollivro è diventato, suo malgrado, una sorta di leggenda, grazie alla sua lotta contro l'inquinamento.
Ollivro trascorre le sue estati in un bungalow bianco vicino alla spiaggia di Grandville, nella Francia nord-occidentale, una zona che da decenni è invasa da una massa di alghe verdi.
Inchiesta "In cattive acque"
Inchiesta sull’inquinamento idrico in Europa: le responsabilità dell’agricoltura industriale
Acqua imbevibile e invasione di alghe: i danni collaterali della rivoluzione verde
L’invasione delle alghe tossiche in Bretagna
L'alga verde è una lattuga di mare originaria della regione che viene portata a riva dai cambiamenti di marea e dalle onde. Dagli anni '70, la presenza di cumuli di alghe in decomposizione, che puzzano di uova marce, sulle spiagge è diventata un flagello per la regione e - secondo Ollivro, altri attivisti e scienziati - un serio problema di salute pubblica.

Quando le alghe iniziano a decomporsi, emettono idrogeno solforato, un gas che, a seconda della concentrazione e della durata dell'esposizione, può provocare mal di testa, irritazione agli occhi, perdita di coscienza, fino a causare la morte. Nel corso degli anni,