Manifestazione a Kiev, 24 ottobre 2009. (AFP/Sergei Supinsky)

Kiev nel limbo

L'Unione europea rifiuta di offrire all'Ucraina l'adesione. Così facendo lascia il paese senza prospettive e frena la stabilizzazione. Un errore storico, osserva la Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Pubblicato il 13 Novembre 2009 alle 14:10
Manifestazione a Kiev, 24 ottobre 2009. (AFP/Sergei Supinsky)

Quando si parla di Ucraina si dice spesso che a Kiev regna il caos politico. Ma quello che non viene detto in questa genere di analisi è che il partner occidentale più importante del paese, l'Unione europea, ha le sue responsabilità nell'instaurazione di questo clima di incertezza. Nessuno può negare che la prospettiva di un'integrazione nell'Ue abbia svolto un ruolo importante nella stabilizzazione e nella democratizzazione dell'Europa centrale e orientale dopo il crollo del blocco sovietico. Ma pochi politici europei sono disposti ad applicare lo stesso principio all'Ucraina.

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"Fra tutti i paesi ex sovietici nessuno è importante per l'Ue quanto l'Ucraina e, al tempo stesso, nessuno mette così a dura prova la sua pazienza", scrive Tony Barber sul Financial Times. È attraverso l'Ucraina che passa l'80 per cento del gas importato dalla Russia e diretto nell'Unione europea, e le frequenti tensioni fra Kiev e Mosca hanno forti ripercussioni sui paesi membri che dipendono interamente dal gas russo. "Con 46 milioni di abitanti e una frontiera di 1.400 chilometri con quattro paesi dell'Unione, l'Ucraina è fondamentale per la sicurezza del fianco orientale dell'Ue", continua il quotidiano londinese. "Dopo la Rivoluzione arancione del 2004, alcuni esperti dell'Ue speravano che in Ucraina il processo verso la democrazia, lo stato di diritto e la prosperità economica sarebbero diventati irreversibili".

Ma le cose sono andate diversamente: "la guerra in Georgia ha dimostrato che Mosca è pronta a utilizzare la forza per bloccare l'espansione dell'influenza occidentale nelle ex repubbliche sovietiche. Poi la crisi ha indebolito l'economia ucraina. Infine, la Rivoluzione arancione del 2004 non è riuscita a fare piazza pulita della corruzione che attanaglia il mondo degli affari, mentre le rivalità personali e le oscure relazioni con gli interessi russi minano la scena politica. Tutte queste difficoltà", conclude il Financial Times, "spiegano perché diversi fra i ventisette stati membri siano così riluttanti a offrire all'Ucraina anche solo la vaga promessa di poter un giorno entrare a far parte dell'Ue".

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