“La crisi in Repubblica Ceca ha colpito anche i criminali. Ma solo un poco”

Pubblicato il 7 Novembre 2013

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Secondo gli esperti dell’università Johannes Kepler di Linz il giro d’affari annuale del settore informale in Europa sarebbe di 2.152 miliardi di euro, un terzo dei quali rappresentato dal lavoro nero.
Si tratta della valutazione più bassa negli ultimi tre anni, che smentisce l’ipotesi di una ripresa dell’economia sommersa dallo scoppio della crisi finanziaria nel 2008.
Secondo il quotidiano il settore informale subisce una doppia pressione, perché da un lato “la crisi e la mancanza di denaro hanno coinvolto i clienti abituali dell’economia sotterranea, come i drogati o i frequentatori di prostitute, mentre dall’altro ci sono “gli sforzi dei governi per accaparrarsi tutto il denaro disponibile per colmare il deficit pubblico”, e questo ha reso la tassazione più efficace.
In Repubblica Ceca l’economia informale rappresenta oggi il 15,5 per cento del pil, con un calo dello 0,5 per cento rispetto all’anno scorso.

Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.

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