La democrazia è spazzatura

Il referendum indetto da Papandreou ha scatenato l’indignazione di tutta Europa, ma si tratta di un basilare esercizio di sovranità popolare. Il sacrificio dei valori fondamentali sull’altare dei mercati è ormai compiuto.

Pubblicato il 2 Novembre 2011 alle 15:23

Il sentimento di apparente stabilità tra le élite europee è durato appena due giorni. Sono trascorse 48 ore tra l'immagine della matriarca Merkel, a cui il mondo intero si è rivolto, e quella della depressione. Un medico direbbe che si tratta di una patologia, e ci spiegherebbe che la psiche collettiva è malata, e i fantasmi della grandezza e della fiducia di cui si nutre sono ingannevoli.

Costernazione in Germania, Finlandia, Francia e persino nel Regno Unito. Costernazione sui mercati finanziari e nelle banche. Il motivo? Il primo ministro greco George Papandreou ha deciso di indire un referendum per chiedere l'opinione del suo popolo su una questione decisiva per il futuro del paese.

[…] **Questo articolo è stato ritirato su richiesta del titolare del copyright.** (traduzione di Andrea Sparacino)

Opinione

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Una farsa assurda

"Gli abbiamo dato i soldi, abbiamo cancellato metà del loro debito, e i Greci rifiutano i nostri regali per un referendum? Sembra davvero una farsa assurda", accusa Mladá Fronta Dnes, prevedendo un fallimento della Grecia nei prossimi mesi. "La realtà economica non si sottometterà al diktat dello stato, e nemmeno a un plebiscito o a un referendum. La situazione economica esiste, per quanto possa essere mascherata, rigettata, negata o falsificata.

Secondo il quotidiano ceco oggi "il debito impersonale" dello stato greco, che nessuno vuole assumersi, è diventato "un politikum", ovvero uno strumento da manipolare a fini politici. "Ai greci resta un'unica soluzione: falsificare i risultati del referendum secondo i desideri di Bruxelles".

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