L’eurozona pare sul punto di uscire dalla “peggiore recessione in tempo di pace dalla Grande depressione”, scrive il Financial Times commentando i dati che saranno pubblicati il 14 agosto secondo cui l’economia della regione è cresciuta dello 0,2% nel secondo trimestre del 2013.
Dopo aver interrogato numerosi analisti economici sulla produzione industriale, la disoccupazione, le previsioni degli operatori, i prestiti alle imprese e le finanze pubbliche, il quotidiano sottolinea però la “fragilità” della ripresa e il “persistere di divergenze tra i paesi membri”:
Nella periferia i governi hanno difficoltà a bilanciare l’austerità e gli stimoli alla crescita, mentre la locomotiva della regione, la Germania, gode di una crescita stabile ma non entusiasmante.
Anche le speranze più ottimistiche sono messe in ombra dai problemi ricorrenti. Nonostante il settore manifatturiero sia cresciuto lo scorso mese “per la prima volta in due anni” e la fiducia degli operatori sia “stabilmente in crescita da maggio”, per esempio, la disoccupazione è rimasta a un tasso record del 12,1% a giugno. Secondo il quotidiano i legislatori europei temono che “l’Europa vada verso una crescita senza occupazione, in cui i dirigenti ritardano le assunzioni per tenere bassi i costi”.