L'uomo d'affari russo Alexadre Lebedev ha appena rilevato, al prezzo simbolico di una sterlina, il prestigioso The Independent. Il quotidiano britannico di centrosinistra era ormai in ginocchio a causa dei debiti. Si tratta della terza testata europea acquistata da un magnate russo in meno di due anni. Nel 2009 Lebedev si era già impossessato dell'Evening Standard, quotidiano popolare di Londra. Nello stesso periodo, in Francia, France-Soir passava nelle mani di un altro oligarca, Sergei Pugaciov.
Pugaciov ha piazzato suo figlio Alexandre alla guida del quotidiano francese, mentre Lebedev ha fatto la stessa cosa con il suo rampollo Evgeny all'Evening Standard. La situazione finanziaria dei due giornali lascia pensare che i miliardari russi non li abbiano acquistati tanto per guadagnarci, quanto piuttosto per fare un regalo ai figli. A marzo France-soir ha lanciato una nuova edizione, abbassando il prezzo a 50 centesimi. L'Evening Standard è diventato gratuito già dall'ottobre scorso.
Il Cremlino non c'entra
Perchè mai questi russi arricchitisi con l'industria e la finanza si mettono a comprare giornali europei in crisi? Nel caso di France-soir si trattava di un giornale praticamente moribondo, per quanto prestigioso. La questione continua a generare diverse congetture. Nella nostra società razionale tendiamo a cercare risposte razionali, e di conseguenza siamo portati a pensare che si tratti di una manovra politica e che Lebedev e Pugaciov siano agenti del Cremlino. Ci sono alcuni elementi che parrebbero sostenere l'ipotesi. Pugaciov padre, ad esempio, ama presentarsi come "l'amico di Putin". Quanto a Lebedev, il suo peccato di giovinezza è presto svelato: un tempo era al soldo del Kgb, da cui proviene lo stesso Putin.
Non è così semplice, però. Comprare un giornale può davvero influenzare tanto una società aperta in cui, tra l'altro, la stampa sta morendo? Facile dubitarne. "L'obiettivo non è affatto parlare della Russia", ha assicurato il giovane Alexandre Pugaciov – diventato francese per la causa – in occasione del rilancio di France-soir. L'Evening Standard, dal canto suo, praticamente non si occupa di questioni esterne alla Gran Bretagna. Il professor George Brock, a capo del dipartimento di giornalismo alla City University di Londra, non è affatto convinto che l'acquisizione dei giornali abbia a che fare con le manovre del Cremlino: "Anche se è evidente che Mosca è molto interessata a tutto ciò che può migliorare l'immagine del paese all'estero, non c'è ragione di pensare che Alexander Lebedev, nel caso dell'Independent, cambierà la copertura della Russia da parte del giornale." L'agenzia Ria Novosti ha lanciato già nel 2005 un canale d'informazione continua, Russia Today, che diffonde in inglese, arabo e spagnolo notizie abbastanza "edulcorate" dalle autorità russe.
Caccia al blasoneIn Russia gli oligarchi hanno lottato a lungo per il controllo dei media, soprattutto quelli audiovisivi. Nello scorso decennio la battaglia si è conclusa con la scalata al potere di Putin, che una volta diventato presidente ha assunto il ruolo di direttore d'orchestra e preso possesso dei mezzi di comunicazione. Gli analisti russi dubitano fortemente che dietro l'acquisizione dei giornali stranieri ci sia una manovra politica. Come i personaggi di Balzac sognavano l'aristocrazia, così gli oligarchi sono alla ricerca del loro biglietto d'ingresso nella buona società. Quella occidentale, naturalmente, cioè l'unica che conta.
"È la loro campagna di comunicazione personale, e l'unico loro obiettivo è essere accettati dall'elite europea. Mettono le redini dei giornali in mano ai figli per nobilitarli. Vogliono che almeno loro smettano di essere russi e diventino europei", sottolinea l'analista Stanislav Belkovski, un tempo in buoni rapporti con il Cremlino e autore nel 2003 di un discusso rapporto dal titolo Gli oligarchi e lo stato. A dimostrazione di questa tesi basta pensare alla cura con cui Lebedev e Pugaciov hanno preparato i loro figli a prendere posto nella società europea, mandandoli in tenera età a formarsi nelle università britanniche e francesi. Per quanto riguarda l'acquisizione dell'Independent, George Brock avanza la sua ipotesi: "probabilmente si tratta di una questione di prestigio. Essere proprietario di un giornale garantisce inviti a ogni tipo evento mondano..." I figli degli oligarchi sono pronti per il debutto in società.
Due banchieri in cerca di un impero
Nella costellazione dei nuovi potenti russi, Sergei Pugaciov e Alexandre Lebedev sembrano essere agli antipodi. Sconosciuto prima del 2002, il banchiere Pugaciov, quarantasette anni, originario di San Pietroburgo come Putin e Medvedev, ha l'aspetto dell'oligarca devoto: ha passato la vita cercando di estendere il suo impero in tutte le direzioni, fino alle costruzioni navali. Pugaciov coltiva da sempre la propria somiglianza con lo zar Alessandro III, testa calva e barba lunga all'ortodossa. Religioso senza essere affatto un santo, avrebbe anche un "passato criminale". Almeno secondo l'editorialista Yulia Latynina, che evoca una vecchia condanna durante gli anni ottanta. Alexandre Lebedev, anche lui banchiere e industriale (soprattutto nel campo dell'aviazione), è invece un uomo moderno, legato a Mikhail Gorbaciov, il giustiziere dell'Unione Sovietica. È il proprietario di Novaïa Gazeta, il giornale di Anna Politkovskaya, la giornalista assassinata il 7 ottobre 2006 in circostanze ancora da chiarire. Lebedev si è impegnato ad andare a fondo nella vicenda, offrendo un grossa ricompensa in cambio di informazioni utili all'identificazione dell'assassino.
Se Pugaciov non parla mai con la stampa (ha rifiutato elegantemente di rispondere alle domande di Libération) e non si fa sfuggire un'occasione di querelare i giornali, Lebedev rappresenta il modello evoluto dell'ex Kgb di bell'aspetto, apprezzato dai giornalisti stranieri per la sua disponibilità. Tuttavia sarebbe un'esagerazione parlare di contrapposizione tra l'oligarca cattivo e quello buono. "Tutti gli oligarchi – ricorda Belkovski – hanno prosperato approfittando del denaro statale e della corruzione dei funzionari. Lebedev è semplicemente più simpatico e colto". Quanto a Pugaciov, poco amato anche dai suoi pari, non sarà mai così vicino al Cremlino come vorrebbe far credere, sottolinea Yulia Latynina. E i giornali, allora? Un mezzo per farsi accettare a corte? Riciclaggio di capitali sporchi? Uno modo per mettersi in vista e ottenere i contratti migliori? O forse, più semplicemente, un tentativo di ingraziarsi le elite dei paesi ospiti. (as)
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