"L'Europa e l'altra Europa non riescono ad avvicinarsi realmente l'una all' altra, e ancor meno a unificarsi": a pochi anni dal crollo della cortina di ferro, che sembrava dover realizzare il sogno di un'Europa unita e prospera, Predrag Matvejevic constata su Repubblica una realtà ben diversa.
"L'Europa, l'America e gran parte del resto del mondo sono sorprese da eventi evidenti, che quasi nessuno poteva prevedere nei paesi detti dell'Est: una grande crisi ciclica si è allargata e banalizzata, una delle più gravi degli ultimi cent'anni continua a manifestarsi nella società e nell' economia ad un tempo all'Est e all'Ovest, assediando la politica e la cultura". La fine dell'epoca dei grandi sistemi non ha risparmiato neanche il capitalismo, la crisi sovverte gli schieramenti e costringe i poveri a votare per i ricchi nella speranza di non perdere il lavoro.
"Come riconquisteremo la fiducia per poter andare avanti?", si chiede Matvejevic. Difficilmente la risposta verrà dall'est, fino a poco tempo fa considerato la terra promessa che avrebbe rilanciato il vecchio continente. "Ex oriente lux? Non scherziamo. L' Occidente è stanco di se stesso."