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L’impatto dell’inquinamento chimico è troppo alto per essere ignorato

L'inquinamento è responsabile di un decesso su sei a livello globale. Ecco perché occorre una maggiore attenzione all'ambiente, scrive l'ong AlterTox.

Pubblicato il 25 Maggio 2022 alle 08:53

L’inquinamento provoca 9 milioni di vittime ogni anno, l'equivalente dell’intera popolazione di Londra. Questo è il risultato di uno studio pubblicato il 18 maggio dalla rivista Lancet Planetary Health con il supporto della Global Alliance on Health and Pollution (GAHP). A livello globale, l’inquinamento è responsabile di un decesso su sei, segno della necessità di una maggiore attenzione per l’ambiente.

Dalla pubblicazione di un primo rapporto nel 2017, l'impatto complessivo dell'inquinamento non sembra essere migliorato. Il numero dei decessi attribuiti all'inquinamento supera quello di guerra, terrorismo, malaria, HIV, tubercolosi, droga e alcol messi insieme. Gli autori stimano anche un impatto economico dell'inquinamento pari a 4,6 trilioni di dollari (9 milioni di dollari al minuto).

Questo nuovo studio mostra come le principali fonti di inquinamento siano cambiate nel tempo. Dal 2000, i miglioramenti nell'approvvigionamento idrico, i servizi igienico-sanitari, gli antibiotici e l’accesso a trattamenti sanitari hanno portato a un calo del numero di decessi e malattie attribuibili all'inquinamento in condizioni di povertà estrema. Tuttavia, "queste diminuzioni vanno di pari passo con un grande aumento di forme più moderne di inquinamento causate dalla crescita economica, dall'industrializzazione e dall'urbanizzazione", denuncia Joe Shaw dell'Università dell'Indiana, esperto di inquinamento chimico da sostanze tossiche, coautore del rapporto e ricercatore del progetto PrecisionTox, finanziato dall'UE.

I decessi legati all’inquinamento ambientale e da sostanze chimiche tossiche sono aumentati del 7% rispetto al periodo precedente e del 66% dal 2000. Dei 9 milioni di decessi prematuri che si verificano ogni anno, il 75% è legato alla contaminazione dell'aria e dell’ambiente, mentre le sole sostanze chimiche tossiche sono responsabili di 1,8 milioni di morti, di cui la metà imputabili all'esposizione al piombo.

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Sebbene prove crescenti dimostrino come l’inquinamento possa attraversare i confini, esso viene affrontato principalmente come un problema locale


Il rapporto evidenzia anche un'ingiustizia sanitaria e ambientale a livello globale: il 90% dei decessi si verifica nei paesi a basso e medio reddito. Questi aumenti derivano dall’utilizzo di combustibili fossili, dall'industrializzazione, dall'urbanizzazione incontrollata, dalla crescita della popolazione e dalla mancanza o inadeguatezza di una politica sul controllo delle sostanze chimiche.

Tuttavia, questa è solo la punta dell'iceberg. "Gli effetti dell'inquinamento sulla salute sarebbero senza dubbio maggiori se si avessero a disposizione dati sanitari più completi e soprattutto se si potessero identificare e analizzare tutti i meccanismi d’azione delle sostanze chimiche sull'ambiente", afferma il rapporto. Si prevede che la produzione globale di sostanze chimiche raddoppierà entro il 2030 e che per circa due terzi si concentrerà nei paesi a basso e medio reddito. Solo una piccola parte di queste sostanze è stata adeguatamente testata da un punto di vista della sicurezza, il che mostra come i dati stiano indubbiamente sottovalutando l'impatto dell'inquinamento da sostanze chimiche.

Richard Fuller, CEO di Pure Earth, che ha guidato il team responsabile del rapporto, spiega come "molte sostanze chimiche non sono incluse in questa analisi, come il mercurio, i PFAS, l’amianto, i pesticidi o le sostanze che interferisco sul sistema endocrino, a causa della mancanza di dati su come valutare il loro impatto su scala globale. Molti esperti ritengono che se si riuscisse a stimare correttamente l’impatto complessivo delle sostanze chimiche, sarebbe più probabile un risultato di 4 milioni di morti invece di 1,8 milioni".

Rachael Kupka, Direttrice Esecutiva di GAHP, aggiunge: “Un'altra grande preoccupazione è che molte di queste sostanze risultano tossiche per il cervello, il sistema immunitario, la fertilità o durante la gravidanza, con effetti permanenti. I bambini sono particolarmente vulnerabili”. Ad esempio, l'esposizione al traffico e all'inquinamento atmosferico è stata associata a un aumento della mortalità per COVID-19 o per l’influenza, mentre l'esposizione al piombo è correlata alla diminuzione del QI, all'aumento dei tassi di insuccesso scolastico, alla diminuzione della produttività economica, al deterioramento delle facoltà intellettuali e persino alla violenza.

Nonostante queste cifre drammatiche e l'ovvio legame tra inquinamento, cambiamento climatico e perdita di biodiversità, poco è stato fatto per affrontare un importante problema di salute pubblica mondiale. Sebbene prove crescenti dimostrino come l’inquinamento possa attraversare i confini (attraverso il vento, l'acqua, la catena alimentare o i prodotti di consumo), esso viene affrontato principalmente come un problema locale.


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