Idee Vasile Ernu sull'invasione dell'Ucraina

Putin non è la Russia. No alla guerra, solo i russi possono fermarla

La responsabilità della brutale invasione dell'Ucraina non del popolo russo, ma del regime di Vladimir Putin; la responsabilità di fermare la guerra però è per la Russia e i suoi cittadini, spiega lo scrittore rumeno nato a Odessa Vasile Ernu.

Pubblicato il 11 Marzo 2022 alle 14:06

Mi rivolgo ad amici, parenti, colleghi e a quei russi che possono leggermi. Ho un solo pensiero: come fermare la guerra, questo male di una tragedia e una violenza infinite. Chi può portare la pace? 

Grigori Solomonovici Pomeranț, un nostro anziano professore, era solito dirci: “Il diavolo principia con un angelo dalle labbra schiumanti entrato in battaglia per una causa giusta e santa. Tutto si muta in polvere, tanto gli uomini quanto i regimi. Ma lo spirito dell’odio in lotta per una giusta causa è eterno. E in virtù di esso, il male sulla Terra non ha fine”.

E noi ridevamo dell’anziano professore: “È della vecchia guardia, cosa ne sa? Noi non siamo come lui. Noi siamo educati e onesti, civilizzati e amanti della pace. Noi non ripeteremo gli errori dei nostri avi”. 

Forse abbiamo dimenticato che siamo stati vicini di banco a scuola, che avevamo gli stessi sogni: sognavamo di volare nello spazio, di portare prosperità e benessere nel mondo, e cantavamo tutti: “Pace al mondo”. 

Non sono passati neppure quarant’anni e Kiev è in fiamme, Odessa sotto le barricate, Harkiv bombardata: tutta la nostra infanzia è in fiamme.

Come in un film di Andrej Tarkovskij, come in Andrej Rublёv, quando la Chiesa e le icone bruciano. L’antica Kiev  sta bruciando. E, cosa più grave, i nostri figli stanno morendo. 

Solo che adesso non sono le “orde barbare” a mutare tutto in cenere, ma i fratelli, i discendenti di chi l’ha costruita. Figli nati dalle stesse madri, gli stessi padri, la stessa fede, la stessa storia. Questo rende la tragedia ancora più insopportabile.  


Sappiamo tutti che questa guerra scellerata non rappresenta gli interessi né la volontà dei cittadini russi. Ma dovete dimostrarlo! 


Per l’educazione che ho ricevuto e l’esperienza di un uomo che ha vissuto l’intera infanzia e adolescenza tra russi e ucraini, lo dico con grande dolore nel cuore: ero più pronto ad accettare di vedere la seconda venuta di Cristo in terra, che assistere al rogo di Kiev in un simile conflitto; a vedere gli extraterrestri prendere d’assalto Odessa, la città della mia infanzia, non i russi moscoviti bombardare la regione, e assediare la città come nel 1941. Va oltre ogni mia capacità di comprensione e accettazione. 

Sono pervaso, come tutti coloro che assistono a questa immensa tragedia, da una vergogna e un’impotenza atroci. Per noi che siamo nati lì, nell’ex-URSS, è una tragedia personale esistenziale, forse la più grande vissuta dalla mia generazione. 

Lo sappiamo: le cause sottostanti sono molteplici, è tanta l’ipocrisia e tante le menzogne accumulatesi su scala globale. Ma prima di rispondere alla domanda “come siamo arrivati a questo punto?”, occorre rispondere a quella più urgente: “Come possiamo fermare questa guerra?”. E agire. 

Non vi è alcuna ragione di ordine politico, economico, storico né tantomeno morale che giustifichi una guerra simile. Parliamo dell’invasione di uno stato sovrano. Ripeto, questo è l’assioma dal quale muoviamo: nulla può giustificare la guerra. Nessuna guerra, se non la guerra di difesa.

Per questo dobbiamo dire tutti in coro: NO ALLA GUERRA! E mostrare solidarietà per le vittime del conflitto. 

Non chiedo a nessuno di fare l’eroe. Questo posso chiederlo solo a me stesso. Ma posso esortare alla dignità: la dignità di non partecipare a questa tragedia immensa con il silenzio. Tacere vuol dire avallare la guerra. 

Pagheremo per generazioni questo crimine perpetrato da un regime che non vi rappresenta. Questa guerra non rappresenta gli interessi dei cittadini, bensì gli interessi imperialisti di un’élite politica, economica e militare. E a pagare non sarete solo voi, ma anche i vostri figli e i vostri nipoti. Perché dobbiamo renderli partecipi di un crimine del genere? Anche se la colpa non appartiene al popolo, ma al regime di Putin, la responsabilità è della Russia e dei suoi cittadini. 


Lo dico con grande dolore nel cuore: ero più pronto ad accettare di vedere la seconda venuta di Cristo in terra, che assistere al rogo di Kiev in un simile conflitto


Per questo, per prendere le distanze dal regime di Putin e da questa guerra che potrebbe diventare mondiale, dovete dichiarare senza esitazioni: NO ALLA GUERRA! 

Abbiamo forse dimenticato che i vostri e i nostri genitori hanno combattuto il fascismo nello stesso esercito per liberare l’Europa a fianco degli Alleati? Abbiamo forse dimenticato il loro sacrificio e che la pace è stata riportata a costo di sacrifici immensi? Quanto sangue è stato versato, quante vite sono state falciate? E adesso ricominciamo da capo, riavviamo la macchina della morte? 

Chi è che può riportare la pace? In questo momento, in tempi rapidi può farlo solo colui che ha cominciato la guerra. Ma poiché il regime di Putin non pare avere questo desiderio, penso che siano i cittadini a doverlo fare.

Sappiamo tutti che la Russia non è Putin, e neppure il suo regime. Sappiamo tutti che questa guerra scellerata non rappresenta gli interessi né la volontà dei cittadini russi. Ma dovete dimostrarlo! 

Non c’è bisogno di eroismo, ma di dignità. Non lasciamo che la guerra e l’odio si impadroniscano delle nostre menti e dei nostri cuori. Se riusciremo a dire tutti NO ALLA GUERRA e se protesterete – noi insieme a voi – avremo la possibilità di arrestare questa tragedia prima che tutto il Pianeta Terra bruci. 

Pace al Mondo!


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