Idee Il mondo dopo il Covid-19

La crisi e la globalizzazione necessaria, o come trasformare una tragedia in un’opportunità

L’epidemia del Coronavirus è una delle sfide globali più urgenti ed importanti che il mondo abbia dovuto affrontare da generazioni. Oltre a dimostrare quanto il nostro mondo sia connesso la crisi ha dimostrato il bisogno di reinventare il funzionamento della globalizzazione e l’urgenza di mettere al centro l’azione dei cittadini.

Pubblicato il 29 Maggio 2020 alle 14:00

Le crisi globali, soprattutto di una tale entità, richiedono una risposta globale e collaborazione. Ci è stato  detto che ci sono “vincitori” e “vinti” della globalizzazione. Gli operai, le comunità rurali o le persone anziane sono i perdenti; gli hipster che sorseggiano caffè biologico o i professionisti delle metropoli, esperti nelle nuove tecnologie, sarebbero i vincitori.

Una simile categorizzazione binaria di queste due comunità, e la narrativa che la accompagna, sfortunatamente, è una finzione e una distrazione. La verità? Siamo tutti perdenti se non affrontiamo le minacce alle quali ci confronta l’attualità; il virus certamente in primis, ma ancora prima la  crisi climatica. Questa crisi ha mostrato che siamo tutti fisicamente nella stessa barca, su un unico pianeta con un destino comune, e al quale  possiamo dare una direzione. Quando la crisi sanitaria passerà, avremo bisogno di ricostruirci e di ricostruire una nuova globalizzazione che si adatti alla nostra interdipendenza.

Come allontanarci dalla globalizzazione che conosciamo oggi, dall’isolamento, per andare verso una nuova globalizzazione delle opportunità? Ecco la domanda che dobbiamo porci.

Da dove cominciare? Già adesso, durante l’epidemia del Covid-19, vediamo individui e comunità riunirsi, a distanza di sicurezza e online in tutto il mondo. Dai canti e gli applausi dai balconi, alle lezioni di cucina online e fino ai meme, le persone si sono riunite in solidarietà ed empatia in questi tempi difficili. Alla lunga, questa rete mostrerà il suo potere. 

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Gli esseri umani sono nati uguali, con un grande potenziale: purtroppo le opportunità per svilupparlo sono profondamente inique. Affrontare le disuguaglianze ci aiuterà ad affrontare qualunque sfida globale permettendo a un maggior numero di persone di risolvere un maggior numero di problemi. Specialmente nel fronteggiare l’aspetto economico di questa crisi, abbiamo bisogno di un modello che affronti i problemi globali e sostenga le comunità vulnerabili, così che nessuna società venga lasciata indietro. 

È importante essere coscienti del fatto che la mancanza di potere decisionale (civile e politico) delle persone è “il” problema, la causa di tutte altre povertà e disuguaglianze

I vecchi concetti da scalzare sono numerosi e sono altrettante le nuove idee da sviluppare. La globalizzazione di cui abbiamo bisogno è portatrice di un maggiore impegno civile in ogni strato della società; lo scopo è quello di approdare ad un sistema politico costruito sulla distribuzione del potere e della leadership e sulla democrazia partecipativa, che affronti il problema alla radice e dia origine ad una comunità globalizzata più inclusiva.

Invece di usare il potere per creare dipendenze, e rendere gli impotenti dipendenti dai potenti, bisognerebbe condividere, creare delle co-dipendenze e incoraggiare le persone. I veri leader dovrebbero rendere le comunità capaci di affrontare le proprie sfide invece di cercare di convincerci a seguire la loro idea. In tal modo, attingiamo ai talenti di ciascuno nella comunità e utilizziamo l’integralità del nostro potenziale. 

Come fare? Cominciando da noi. Siamo attivi nella nostra comunità? Stiamo chiedendo ai nostri politici di rendere conto del loro operato? Diamo conto del nostro? 

Trova e integra un’organizzazione vicino a voi che lotta per la globalizzazione delle opportunità. Come identificarla? Basta interrrogarsi sui valori che porta e le azioni che persegue. Per esempio: coinvolge le persone in modo inclusivo? Incoraggia i suoi membri o provvede semplicemente alle loro necessità rendendoli dipendenti? 

Il lavoro non ti lascia abbastanza tempo? Concentrati allora sul tuo ambiente lavorativo e su come fare per renderlo incoraggiante e responsabilizzare reciprocamente le persone. 

Nei prossimi articoli esporremo alcune delle argomentazioni che ci aiuteranno a portare avanti questa battaglia. 

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Fai già parte di un'organizzazione? Dai il tuo contributo affinché cresca e cambi secondo le necessità di oggi. Se sei in una posizione di responsabilità, pensa ai differenti modi di incoraggiare i tuoi collaboratori. Le tue azioni creano nuove risorse e incoraggiano la crescita personale degli altri oppure li rendono dipendenti da te? Diventa campionessa o campione di un nuovo approccio. In altre parole: la globalizzazione delle opportunità inizia con te, nella tua comunità.

A prescindere dalla tua posizione, puoi allenarti a essere leader aprendo gli altri a nuove possibilità. Non si tratta di darti un titolo o una carica, ma di essere capace di attivare azioni e modalità. Motiva, mobilizza, organizza coloro che non si sono mai attivati prima, e dai loro la possibilità di imparare a guidare gli altri. Crea nuovi leader e insegna loro a fare altrettanto. È una reazione a catena positiva per la condivisione del potere.

È necessario che tutti, soprattutto gli aspiranti leader, accettino questa nuova mentalità perché la globalizzazione delle opportunità diventi realtà. La buona notizia è che abbiamo già i concetti e gli strumenti di cui abbiamo bisogno, come l’organizzazione della comunità e l’impegno cittadino, l’innovazione sociale, una leadership flessibile. Questi concetti si basano sull’incoraggiamento della leadership e della distribuzione del potere, così che l’intera comunità, e non solo un piccolo gruppo privilegiato, possa sviluppare e mettere in pratica i talenti di ciascuno. 

Barack Obama ha detto che “Il cambiamento non arriverà se aspettiamo un’altra persona e un altro momento. Siamo quelli che stavamo aspettando. Siamo il cambiamento che cerchiamo”. 

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