Rassegna Passaggio a Nordovest

Sul clima i dati consentono un po’ di ottimismo 

La nota positiva della data scientist Hannah Ritchie sull'azione per il clima, il piano del governo francese per ridurre le emissioni e le cozze perlifere d'acqua dolce dell'Irlanda, protette ma in via di estinzione: la nostra rassegna, con Display Europe.

Pubblicato il 17 Gennaio 2024 alle 14:44

Il primo libro di Hannah Ritchie, Not The End Of The World: How We Can Be the First Generation to Build a Sustainable Planet, è stato annunciato nel marzo 2022 con un titolo diverso: The First Generation. Chiunque abbia seguito gli sviluppi dell'attivismo climatico riconoscerà il titolo precedente come una garbata risposta all'apocalittico di gruppi come The Last Generation, un movimento di cui Thomas Schnee ha parlato su Voxeurop

Ritchie, data scientist scozzese, responsabile della ricerca di Our World in Data, sostiene che i dati supportano anche una prospettiva ottimistica per l'azione sul clima. Il Guardian ha pubblicato un lungo estratto del libro di Ritchie e un'intervista.   

Nell'intervista condotta da Killian Fox, Ritchie spiega il suo scontento per le "previsioni apocalittiche" di (alcuni) scienziati e attivisti climatici ben intenzionati. "Dobbiamo trasmettere l’urgenza, perché la posta in gioco è alta", riconosce Ritchie. "Ma spesso passa il messaggio che non c'è nulla da fare: è troppo tardi, siamo condannati… quindi godiamoci la vita. È un messaggio dannoso, perché non è vero, e perché non spinge all'azione. Inoltre, di questo tipo di atteggiamento si nutrono i negazionisti del clima: "Guardate, non potete fidarvi degli scienziati, si sono già sbagliati in passato, perché dovremmo ascoltarli ora?"".

Ritchie descrive il suo percorso dal pessimismo all'ottimismo. Curiosamente, è stata la disponibilità di informazioni a farle cambiare atteggiamento: "La mia ossessione per le scienze ambientali cresceva di pari passo con l'aumento della frequenza delle notizie. Più ero determinata a tenermi informata, più velocemente mi arrivavano le informazioni, spesso accompagnate da flussi di video". Si tratta di un processo che si ritrova un po’ ovunque: senza l'accesso ai dati appropriati, è fin troppo facile confondere l'aumento delle segnalazioni di un fenomeno con l'aumento del fenomeno stesso. .


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La prospettiva di Ritchie si è "ribaltata" quando ha esaminato i dati. L'autrice cita il Climate Action Tracker, che traccia le politiche, gli obiettivi e gli impegni climatici di ogni paese, come particolare fonte di ispirazione. Sebbene Ritchie ammetta che le politiche attuali porteranno a un riscaldamento "terribile" compreso tra i 2,5 °C e i 2,9 °C, se ogni governo attuerà e rispetterà i propri impegni climatici aggiornati e legalmente vincolanti, questa stima scenderà a 2,1 °C entro il 2100.

Ritchie sottolinea anche un motivo economico di ottimismo: la crescente convenienza delle fonti energetiche rinnovabili. "In un solo decennio, tra il 2009 e il 2019, l'energia solare fotovoltaica ed eolica è passata dalla fonte più costosa a quella meno costosa. Il prezzo dell'elettricità prodotta dal solare è diminuito dell'89 per cento e quello dell'eolico terrestre del 70 per cento. Ora sono più economici del carbone. I leader non devono più fare la difficile scelta tra l'azione per il clima e la fornitura di energia per la popolazione. La scelta a basse emissioni di carbonio è diventata improvvisamente quella economica. È sconcertante la rapidità con cui questo cambiamento è avvenuto".

Sebbene l'ottimismo di Ritchie sia salutare, non c'è motivo di essere compiacenti. Céline Schoen su Alter Échos riferisce della deriva a destra del più grande gruppo politico del parlamento europep, il Partito popolare europeo (Ppe), in particolare quando si tratta di politica climatica. Schoen comincia il suo articolo con il combattuto voto del 12 luglio sulla “nature restoration law” (legge per il ripristino della natura), che chiede agli stati membri di ripristinare un quinto dei loro ecosistemi naturali sulla terra e sul mare. Il Ppe aveva unito le forze con i gruppi politici alla sua destra, i Conservatori e riformisti europei (Ecr) e Identità e democrazia (Id), per opporsi alla legge, con la controversa motivazione che avrebbe danneggiato gli agricoltori e la sicurezza alimentare.

Se lo scetticismo e persino la negazione del clima sono prevedibili da parte di gruppi politici più piccoli al parlamento europeo, il flirt del Ppe  è particolarmente preoccupante. 


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Antoine de Ravignan | Alternatives Economiques | 2 gennaio | FR

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Tra i (molti) altri obiettivi, il 15 per cento delle auto sarà  elettrico entro il 2030; la rete di piste ciclabili passerà da 57mila a 150mila chilometri. La quota di abitazioni riscaldate a petrolio scenderà dal 9,5 al 3,6 per cento, e le aziende agricole biologiche raddoppieranno dall'11 al 21 per cento della superficie agricola totale.

Non tutto quadra però: le sfide nella diffusione degli impianti eolici e solari, i dubbi sull'aumento della produzione di energia nucleare e il sottoinvestimento nel calore rinnovabile, nel biometano e nei biocarburanti di seconda generazione sono alcuni dei problemi che potrebbero far mancare al piano il suo obiettivo ottimistico.

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Nonostante la protezione legale di queste cozze, prevista dalle leggi irlandesi ed europee, gli sforzi di conservazione devono affrontare delle sfide. I piani redatti nel 2009 per le aree speciali di conservazione non sono ancora stati firmati e non è stata ancora pubblicata una revisione dello stato generale della specie in Irlanda per il 2020, con raccomandazioni per azioni immediate. McSweeney sottolinea anche la perdita del paese in una causa del giugno 2023 presso la Corte di giustizia dell'Unione europea, per non aver attuato le leggi sugli habitat protetti. Se il governo non dimostrerà di avere dei piani per rimediare alla situazione, dovrà affrontare multe giornaliere.

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ECF, Display Europe, European Union

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