L’embargo sulle armi pesa sul vertice

Pubblicato il 21 Settembre 2012 alle 13:28

“Vertice irrilevante”, titola Handelsblatt a proposito del summit tra Ue e Cina in corso il 20 settembre a Bruxelles. L’incontro tra i delegati della prima e della terza economia del mondo dovrebbe essere un’occasione importante, ma secondo il quotidiano di Düsseldorf si concluderà senza alcun risultato significativo. Dopo 15 anni di frizioni sugli stessi argomenti - il primo vertice risale al 1998 - la Cina è sempre più critica nei confronti della “totale incapacità di agire dell’Ue. Van Rompuy semplicemente non ha nulla da dire”.

Uno dei punti critici è il bando all’esportazione di armi imposto dall’Europa dopo il massacro di piazza Tiananmen nel 1989. Secondo EUobserver Wen Jiabao ha cominciato il suo discorso chiedendo a Herman Van Rompuy e Jose Manuel Barroso di cancellare il bando:

Devo essere schietto con voi a proposito dell’embargo e del mancato riconoscimento della Cina come economia di mercato a tutti gli effetti. Abbiamo lavorato duro per 10 anni [su questo aspetto], ma la soluzione ancora non arriva. Me ne rammarico profondamente. Spero e credo che l’Ue coglierà l’occasione e prenderà la strada giusta per risolvere il problema.

Il sito sottolinea però che il bando è stato superato nella pratica

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Nel 2010 i paesi dell’Ue hanno concesso alla Cina licenze di esportazione per manufatti militari per 218 milioni di euro. Secondo i documenti Ue la parte del leone l’hanno fatta Francia e Regno Unito commerciando veicoli terrestri e aerei, equipaggiamenti elettronici, missili e oltre 13 milioni di agenti tossici chimici e biologici, armi antisommossa e materiali radioattivi.

Secondo China Daily Wen spinge per ottenere un trattato con l’Ue che assicuri “un contesto legale e politiche d’investimento adeguate per le imprese”. Con l’Europa alle prese con gravi difficoltà economiche, il quotidiano controllato da Pechino sottolinea che

L’Ue resta il primo partner commerciale della Cina, mentre la Cina è il secondo partner dei 27 e la prima fonte di importazioni. Nel 2011 gli scambi commerciali tra le due entità hanno raggiunto i 567 miliardi di dollari (435 miliardi di euro), e l’Europa ha registrato un aumento degli investimenti cinesi del 94 per cento, ovvero 4,46 miliardi di dollari (3,42 miliardi di euro). Tuttavia i rapporti commerciali pagano le conseguenze della crisi del debito che ha colpito l’Europa, e le esportazioni cinesi verso il vecchio continente in agosto sono diminuite del 12,7 per cento rispetto all’anno precedente, confermando un trend negativo in corso da tre mesi.

In ogni caso Handelsblatt sottolinea che Pechino sta bussando ad altre porte durante la visita ufficiale, in primo luogo a quella della Germania. Berlino è infatti tra i maggiori investitori ed è pronta a condividere preziosi segreti tecnologici.

Nei circoli diplomatici di Pechino molti sono convinti che l’establishment cinese vorrebbe che fosse la Germania a guidare l’Ue, e che stia crescendo un sentimento di sfiducia nei confronti degli altri 26 stati. La Germania sta forse manovrando per avvantaggiarsi nelle relazioni con la Cina, facendo meno attenzione ai diritti umani e investendo sempre di più?

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