Una settimana dopo che un gruppo di jihadisti ha ucciso dieci membri della redazione, fra i quali cinque disegnatori, e altre sette persone, il settimanale satirico Charlie Hebdo è di nuovo in edicola. La copertina rappresenta Maometto che tiene un cartello di solidarietà “Io sono Charlie”. I superstiti della strage del 7 gennaio sono ospitati dal quotidiano Libération e usano materiale prestato dal gruppo Le Monde. Sono stampate cinque milioni di copie, contro le solite 60mila. Il giornale è anche stato tradotto in cinque lingue.
Nel suo editoriale, il giornale ringrazia i milioni di persone che si sono dichiarate “Charlie” nei giorni scorsi, aggiungendo che rifiuta l’insinuazione secondo la quale, provocando i musulmani, si è messo nei guai. E aggiunge che
in una settimana questo giornale ateo ha fatto più miracoli di tutti i santi e i profeti messi insieme. Quello del quale siamo più orgogliosi è che state tenendo in mano il giornale che abbiamo sempre fatto, insieme a quelli che lo hanno sempre fatto.
Nel frattempo, Al Qaeda nello Yemen ha rivendicato l’attacco del 7 gennaio.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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