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Dal Ghana all’Europa, l’itinerario della pesca illegale e abusiva  

La pesca illegale, al di là delle implicazioni legali e alimentari, ha conseguenze profondamente dannose per gli ecosistemi, le società e le economie locali che di questo mercato vivono. Il caso del Ghana è esemplare: pescherecci a strascico cinesi e battenti bandiera europea praticano una pesca abusiva che resta impunita nella maggior parte dei casi, mentre il pesce arriva, illegale ma autorizzato, sui mercati europei.

Pubblicato il 6 Settembre 2023
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Quantificare il volume di pesce pescato in maniera illegale che entra nel mercato dell’Unione europea non è facile. L’Ue rappresenta il più grande mercato ittico del mondo, importando oltre il 60 per cento dei prodotti ittici consumati nel pianeta; allo stesso tempo un pesce su sei che entra nell'Unione non è tracciato.

Ogni anno in Ghana vengono pescate e vendute illegalmente circa 100mila tonnellate di piccoli pesci pelagici, principalmente sardine, sgombri e acciughe. Una parte consistente è destinata all'esportazione, anche verso il mercato europeo. I piccoli pesci d’alto mare svolgono un ruolo vitale nell'industria della pesca del Ghana – e quindi nella sua sicurezza alimentare e nell'economia nazionale – ma i loro stock sono diminuiti di circa l’80 per cento negli ultimi vent'anni. Senza un intervento immediato si prevede che nei prossimi anni gli stock crolleranno completamente.

Uno dei principali fattori di questa diminuzione è la pesca abusiva praticata dai pescherecci a strascico industriali. La maggior parte delle imbarcazioni è, "attraverso accordi di proprietà poco trasparenti", di proprietà di aziende cinesi spiega Samuel-Richard Bogobley, esperto di Hen Mpoano, organizzazione no-profit che si batte per la gestione integrata degli ecosistemi costieri e marini.

mappa del Ghana

Bogobley racconta che, in seguito al blocco dei pescherecci stranieri da parte del Ghana, le aziende di pesca cinesi hanno cominciato a usare le società ghanesi come copertura. 

Come funziona? Attraverso falsi contratti di leasing di pescherecci di proprietà cinese. Nonostante le loro attività non siano autorizzate in Ghana, alcune di queste aziende possiedono licenze di esportazione dell'Unione europea, che consentono loro di vendere poi legalmente i loro prodotti sul mercato europeo.

Il Ghana vanta circa 200mila pescatori artigianali e circa 300 siti di sbarco. La pesca in mare fa vivere circa 2,7 milioni di persone e contribuisce alla sicurezza alimentare del paese. I pescatori artigianali pescano principalmente piccoli pesci pelagici vicino alla riva e negli strati superiori del mare aperto, che sono accessibili con canoe di legno.

Sebbene il governo ghanese abbia adottato alcune misure per combattere la pesca illegale (attraverso un’applicazione per esempio) non basta per invertire la tendenza; d’altro canto, l'Ue potrebbe fare di più.

Pescherecci cinesi, ma anche europei. Con cambio di bandiera

Nel 2002, il Ghana ha istituito una Zona costiera esclusiva per i pescatori artigianali, con l'obiettivo di proteggere gli stock di piccoli pesci pelagici. Malgrado ciò i pescherecci industriali con licenze per i pesci di fondale hanno continuato a praticare la pesca illegale. Poiché non possono portare a terra i piccoli pesci pelagici catturati, le società cinesi li vendono direttamente in mare ai piccoli pescatori artigianali, che sono invece legalmente autorizzati a pescarli e a portarli a terra. Questo avviene attraverso una pratica chiamata saiko.


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Bogobley spiega che in questo modo i pescherecci a strascico riescono a sbarcare solo le catture legali insieme a una percentuale limitata di catture accessorie, compresi i piccoli pesci pelagici, soddisfacendo così i requisiti di sbarco delle autorità portuali ghanesi. La pratica del saiko si è "sviluppata come un'industria a sé stante", afferma Bogobley. A questa “industria” partecipano attivamente sia i pescherecci a strascico che i pescatori artigianali. Il pesce pescato legalmente da entrambi viene poi spedito sul mercato europeo. Apparentemente quindi è tutto in ordine.

Benché la maggior parte delle imprese sia di proprietà cinese, anche le imbarcazioni e gli armatori europei sono coinvolti in attività illegali in Ghana. I pescherecci europei sono però difficili da tracciare perché spesso battono bandiere di paesi che non fanno parte dell'Ue.

Il cambio di bandiera avviene principalmente per due motivi: per aggiudicarsi quote di pesca da parte di altri stati attraverso le organizzazioni regionali di gestione della pesca (RFMOs), o per aggirare i requisiti di autorizzazione alla pesca nelle acque di paesi non-Ue in cui esistono accordi di pesca sostenibile (Sfpa). Gli accordi di pesca sostenibile sono negoziati dalla Commissione europea. Tuttavia, se un'imbarcazione batte bandiera di un paese non-Ue, un armatore europeo può, stabilendo un accordo privato, continuare a pescare nelle acque coperte dagli Sfpa.

Esportazioni di piccoli pesci pelagici dal Ghana verso l'Ue nel 2020 e 2021. | Fonte: iWatchAfrica.com e dati dell'Osservatorio europeo sulla pesca
Esportazioni di piccoli pesci pelagici dal Ghana verso l'Ue nel 2020 e 2021. | Fonte: iWatchAfrica.com e dati dell'Osservatorio europeo sulla pesca

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