Manifestazione davanti alla sede del Consiglio d'Europa a Strasburgo

Un Consiglio da seguire

In tema di diritti civili la voce del Consiglio d'Europa è sempre più autorevole. Eppure sono in pochi a conoscere questa organizzazione, spesso confusa con altre istituzioni europee.

Pubblicato il 29 Giugno 2010 alle 16:00
Manifestazione davanti alla sede del Consiglio d'Europa a Strasburgo

La settimana scorsa la stampa britannica ha come al solito ripreso e sottolineato alcune delibere del Consiglio d’Europa. Martedì, quest’ultimo si è espresso all’unanimità contro i divieti di portare il burqa approvati da parecchi paesi Ue, condannando i tentativi di Francia e Spagna di proibirne l’uso nei luoghi pubblici. I rappresentanti dei 47 stati europei che costituiscono questa assemblea parlamentare hanno deciso che il bando negherebbe alle donne “che lo desiderano liberamente” il diritto di coprirsi il volto. Il consiglio ha inoltre chiesto alla Svizzera di abrogare la proibizione di costruire minareti in quanto “discriminatoria”.

Giovedì, invece, una sentenza emessa dal tribunale europeo per i diritti umani ha stabilito che non è possibile garantire il diritto al matrimonio omosessuale. Il caso di una coppia di gay austriaci ha scatenato forti controversie in Gran Bretagna, dove il governo è intervenuto come parte terza temendo che si costituisse un precedente e aumentassero così le pressioni su Londra perché introduca il matrimonio tra partner dello stesso sesso.

Venerdì la stampa ha pubblicato la decisione del Consiglio sui dispositivi antizanzare che emettono dolorosi suoni ad alta frequenza percepiti soltanto da bambini e giovani, già in uso presso il 25% delle amministrazioni comunali. L’assemblea parlamentare del consiglio si è espressa all’unanimità per la messa al bando di tali dispositivi, defineniti “fortemente nocivi”.

Problema d'immagine

Le decisioni di Strasburgo possono avere profonde implicazioni sulla politica britannica. Nonostante ciò, per la maggior parte della gente il Consiglio d’Europa è qualcosa di misterioso. Il Consiglio, la più antica delle istituzioni europee, è stato creato nel 1949 per tutelare i cittadini europei dalle violazioni dei diritti umani sperimentate nella Seconda guerra mondiale. Ne fanno parte tutti i paesi europei a eccezione della Bielorussia. Dal 1986, però, questo ente è incappato in un problema di immagine, dovuto anche – secondo il segretario generale Thorbjørn Jagland – al fatto di avere in comune con l’Ue la bandiera con le 12 stelle d’oro su sfondo blu.

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L’Ue, naturalmente, è ormai la più importante delle due istituzioni europee ed è spesso confusa con il Consiglio, mentre il tribunale dell’Ue, la Corte di giustizia europea con sede in Lussemburgo, è a sua volta scambiata per il tribunale europeo dei diritti umani del Consiglio, basato a Strasburgo. Jagland, ex primo ministro norvegese e attuale presidente del comitato che assegna il premio Nobel per la pace, ammette che il Consiglio ha un problema di immagine e vuole concentrarsi sulle sue attività principali, compreso il monitoraggio della complicità dei paesi europei nei casi di tortura e l’ispezione delle prigioni. "È un vero miracolo avere degli enti che hanno il diritto di aprire qualsiasi porta di qualsiasi carcere europeo", mi ha detto. "Riesci a immaginare che gli Stati Uniti concedano una prerogativa del genere a un organismo internazionale?".

Mentre la coalizione di governo continua a lottare per riconciliare le sue nuove politiche con il rispetto dei diritti umani, il potere del Consiglio è sempre più evidente. Ciò che non è ancora chiaro è come far sì che gli europei se ne rendano conto. (traduzione di Anna Bissanti)

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