Analisi Guerra in Ucraina

In Bielorussia l’informazione è al servizio della guerra di Putin

Aliaksandr Lukašenko ha lasciato la propaganda russa prendere il controllo dei mezzi d'informazione bielorussi, permettendo di appiattire il dibattito intorno alla guerra nel sostegno all’azione della Russia, che va crescendo. A quale prezzo? L'analisi del giornale indipendente Reform.

Pubblicato il 20 Ottobre 2022 alle 12:59
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Gli ultimi sondaggi sul punto di vista dei bielorussi nei confronti della guerra russo-ucraina sono certo inquietanti, ma non sorprendenti: i mezzi d'informazione indipendenti nel nostro paese sono stati annientati e il risultato probabilmente non avrebbe potuto essere diverso.

I numeri, presentati dal sociologo Andrej Vardomatskj inizio ottobre a Kaunas (Lituania), sono davvero deprimenti : il 21,1 per cento e il 20,3 per cento delle persone intervistate approvano rispettivamente del tutto o abbastanza le azioni della Russia in questa guerra. Allo stesso modo, a settembre il 41,3 per cento dei bielorussi si dicevano vicini alle posizioni del Cremlino nella guerra che Russia sta conducendo contro l’Ucraina. Una maggioranza resta comunque contraria all’intervento russo: rispettivamente il 34,6 per cento e il 12,7 per cento non lo approvano del tutto o in parte, per un complessivo 47,3 per cento. Ciononostante, quello che emerge è una dinamica inquietante.  

Nel marzo di quest’anno, il 61,8 per cento degli intervistati era contrario all’utilizzo del territorio della Bielorussia o delle sue infrastrutture militari per l'operazione militare russa. A settembre quella percentuale è scesa al 51,4 per cento. Se nel maggio 2022 il 50,3 per cento degli intervistati simpatizzava per l’Ucraina, a settembre questa cifra è scesa al 33,9 per cento. Oggi il 32 per cento simpatizza per la Russia, mentre a maggio erano il 21,1 per cento.

Se a marzo e a maggio il numero di coloro che avevano un atteggiamento del tutto o abbastanza negativo nei confronti della partecipazione dell’esercito bielorusso alla guerra era rispettivamente dell’85 e dell’85,1 per cento, a settembre il numero è sceso all’80,9 per cento. 

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È chiaro che il sostegno all’Ucraina nella nostra società è sensibilmente diminuito durante l'estate. A questo va aggiunto il fatto che i bielorussi iniziano ad avere sempre più dubbi sulla parte con cui schierarsi in questo conflitto.

Le ragioni di questi cambiamenti sono chiari: lo spazio mediatico bielorusso è occupato dalla Russia. Il “mondo russo” penetra nell’anima dei bielorussi a partire dai programmi televisivi e dalle pagine dei giornali di stato. La propaganda di regime ha smesso da tempo di essere filo-bielorussa e ripete con fervore il copione del Cremlino. L'intera società è sottoposta a un’incredibile pressione da parte della propaganda, e questo da almeno sei mesi. Non avendo altre fonti di informazione su cui contare, molti bielorussi si fidano di quello che viene loro raccontato attraverso i vari schermi.

Macchina di propaganda di Mosca

Una parte consistente della società bielorussa pensa ancora che i mezzi d'informazione non possano mentire in maniera così eclatante e comincia a nutrire dubbi. Queste persone ignorano che da tempo, nel nostro paese, non esistono più quelli che altrove nel mondo si chiamano comunemente mezzi di informazione. 

Oggi a riempire il cervello dei cittadini bielorussi di notizie non sono i mass media, ma una potente macchina di propaganda, diretta soprattutto da Mosca.

Il diverso sentire dei bielorussi, evidenziato dai sondaggi, è il risultato di un’operazione di repulisti in profondità del paesaggio dell’informazione, che le autorità bielorusse hanno messo in atto dopo il 2020. Decine di giornali indipendenti sono stati eliminati ed espulsi dal paese. Oggi 30 giornalisti bielorussi si trovano in carcere. Le fonti indipendenti sono bloccate e di difficile accesso. 

In queste condizioni, è sempre più difficile riuscire a portare avanti un punto di vista diverso e raggiungere l’opinione pubblica. Nella società bielorussia molti cervelli si stanno letteralmente “sciogliendo” sotto la pressione della propaganda.

Cancellare i media indipendenti è…

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