Sharyn Morrow

L'Europa? Attendete in linea

L’assegnazione delle cariche di presidente del Consiglio europeo e di Alto rappresentante per la politica estera darà sì un nuovo volto all’Europa, ma complicherà ulteriormente l’operato dell’Unione. Le Soir si chiede quanti numeri dovrà tenere a mente chi vuole chiamare Bruxelles.

Pubblicato il 19 Novembre 2009 alle 15:26
Sharyn Morrow

Chi saranno gli eletti? C'è ancora grande incertezza sull’esito del summit del 19 novembre, che dovrebbe designare il presidente del Consiglio europeo e l'Alto rappresentante e vice-presidente della Commissione. Per la prima delle due cariche resta per ora favorito Herman Van Rompuy, che il 16 novembre ha subito un attacco in piena regola dal Daily Telegraph. Secondo il quotidiano conservatore britannico, notoriamente euroscettico, il primo ministro belga “crede fermamente in questa specie di federalismo europeo che il popolo inglese aborre”. Un bel ritorno al passato, non c’è che dire.

Il futuro presidente del Consiglio europeo – chiunque sia – diventerà davvero l’interlocutore privilegiato di tutti coloro che desiderano rivolgersi all’Europa? Pare che Henry Kissinger negli anni settanta avesse chiesto infatti: “Se voglio parlare con l’Europa, a chi devo telefonare?”.

I fondatori del sito Who do I call? non sono stati ascoltati: si erano adoperati per la creazione di un posto unico per la presidenza dell’Unione europea, che fosse a uno stesso tempo capo della Commissione e del Consiglio. Per parlare all’Europa d'ora in poi sarà invece necessario comporre la bellezza di quattro numeri diversi di telefono: quello del presidente del Consiglio europeo, quello del presidente della Commissione, quello dell’Alto rappresentante e quello del presidente a rotazione semestrale. A questo elenco, in verità, si dovrebbe aggiungere quello del presidente del Parlamento europeo – attualmente il polacco Jerzy Buzek. Insomma, con l’entrata in vigore del nuovo trattato, l’Europarlamento andrà incontro a un’escalation di poteri. Nell'immediato futuro chi vorrà parlare all’Europa dovrà scegliere a quale interno rivolgersi. Per raccapezzarsi sarà meglio che sia ferrato in diritto europeo.

Presidente del Consiglio europeo

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La funzione di presidente dei summit europei (che diventano un’istituzione a sé stante) è tutta da inventare. Il trattato di Lisbona spiega che “il presidente del Consiglio europeo garantisce la preparazione e la continuità dei lavori del Consiglio in cooperazione con il presidente della Commissione, e sulla base dei lavori del Consiglio degli affari generali. (…) Assicura al proprio livello la rappresentanza esterna dell’Unione per le tematiche concernenti la politica estera e di sicurezza comune, senza arrecare pregiudizio alle competenze dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e di sicurezza comune”. Il presidente permanente del Consiglio europeo (il cui mandato sarà di due anni e mezzo, rinnovabile una sola volta) sarà “al proprio livello” – di capo di Stato o di governo – un semplice portavoce per ambiti circoscritti? Tel. : +32 2 285 61 11

Presidente della Commissione

José Manuel Barroso cerca di non scomporsi più di tanto e invita a una collaborazione leale tra le istituzioni. Una cosa è certa però: l’arrivo del presidente permanente del Consiglio europeo lo metterà in secondo piano. Insieme ai suoi collaboratori non fa che ripetere che resterà l’interlocutore dei capi di stato o dei governi stranieri per tutte le questioni che non saranno direttamente di competenza della Pesc, la Politica estera e di sicurezza comune. Se dunque volete parlare di commercio, energia o questioni climatiche, chiamate pure José Manuel Barroso, che non ha intenzione di farsi pestare i piedi da nessuno. In termini di potere – e quindi di influenza – non dobbiamo poi dimenticare che la Commissione manterrà il monopolio dell’iniziativa legislativa: soltanto la Commissione potrà presentare progetti di legge europei.

Tel. : +32 2 299 11 11

Alto rappresentante

In virtù del trattato di Lisbona, l’Alto rappresentante sarà anche vicepresidente della Commissione. Avrà pertanto una duplice legittimità. “L’Alto rappresentante guida la politica estera e di sicurezza comune dell’Ue. (…). Vigila sulla coerenza dell’azione all’estero dell’Unione. È incaricato, nell’ambito della Commissione, di responsabilità che competono a quest’ultima nel settore delle relazioni estere e del coordinamento di altri aspetti degli interventi all’estero dell’Unione. (…) Rappresenta l’Unione per tutto quanto è di competenza della politica estera e della sicurezza comune." Dirigerà il nuovo Servizio europeo per la politica estera, un colosso con svariate migliaia di funzionari.

Tél. : +32 2 281 56 60 (Solana è l’Alto rappresentante uscente)

Il presidente a rotazione

Gli svedesi non saranno gli ultimi: la presidenza a rotazione semestrale continuerà a esistere anche in futuro. Si calcola, tuttavia, che perderà circa un dieci per cento delle proprie responsabilità. Non presiederà più i summit dei capi di stato o di governo (mansione che ricadrà nella competenza del presidente permanente del Consiglio europeo). E nemmeno i consigli dei ministri degli esteri (incarico che passa all’Alto rappresentante). Le resterà in ogni caso l’importantissimo consiglio degli affari generali, che sarà il vero centro di comando delle capitali e di tutti gli altri consigli ministeriali, compresi l’Ecofin, quelli dei ministri dell’agricoltura, della giustizia e dell'interno. La presidenza a rotazione avrà sempre un proprio programma e proprie priorità, ma dovrà lavorare con gli altri presidenti per garantire la continuità dell’azione. Dal primo gennaio la Spagna subirà inevitabilmente un calo di influenza. Come la prenderà l’ego di José Luis Zapatero? È una delle poste in gioco

Tél. : +46 8 405 10 00 (Reinfeldt), +34 91 321 40 00 (Zapatero)

Dietro le quinte

Anche gli alti funzionari contano

Le cose possono diventare ancora più complesse: dietro le trattative in corso per le due poltrone più importanti di presidente del Consiglio e di Alto rappresentante, dietro i discreti negoziati per spartire come si deve i portafogli dei commissari, una ventina di candidati è impegnata in un’altra sfida. “Anche la seconda linea ha il suo peso” titola Tagesspiegel, facendo notare che la Germania – assente dalla futura coppia che guiderà l’Ue – tira i fili dietro le quinte per collocare i suoi uomini più fidati al posto giusto, subito sotto al livello della Commissione.

Il primo di questi posti in palio è quello di Segretario generale del Consiglio dell’Unione europea, al momento occupato dal “molto influente” francese Pierre de Boissieu. “La Francia si sta rivelando molto interessata a continuare a organizzare il lavoro al Consiglio, ma anche la Germania invierà un suo candidato” riferisce il quotidiano berlinese. Altra poltrona molto ambita è quella di Segretario generale dei Servizi esteri dell’Ue, che “tirerà i fili delle eminenze grigie”, ragion per cui la designazione dovrebbe essere decisa in contemporanea con quella del presidente e dell’Alto rappresentante.

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