Opinione Scienza, politica e Covid-19
Durante una manifestazione organizzata dal "Movimento 3V" a Firenze, il 19 giugno 2020.

In tempo di crisi la trasparenza è fondamentale

La maggior parte dei paesi europei sta uscendo dalle restrizioni per contrastare la diffusione dell'epidemia di Covid-19. La discussione è ora dominata da chi ha fatto bene e chi no, quali sono stati gli approcci più efficaci, cosa possiamo imparare e come possiamo ritenere responsabili i governi.

Pubblicato il 29 Giugno 2020 alle 09:20
Durante una manifestazione organizzata dal "Movimento 3V" a Firenze, il 19 giugno 2020.

Guardando agli insegnamenti che si possono trarre dalla pandemia di Covid-19 dobbiamo tener presente che non è finita. Abbiamo ancora molta strada da fare e, se i governi non spiegano in modo chiaro e trasparente perché hanno preso una determinata decisione e sulla base di quali dati e consigli, è probabile che questo possa minare la fiducia dell'opinione pubblica e la volontà della società di seguire le misure di protezione che vengono adottate.

Il controllo delle azioni dei governi ha portato ad accusare alcuni di essi di "ignorare la scienza" e altri a respingere ogni colpa dicendo di "aver seguito la scienza". 

Questo mostra una visione caricaturale di ciò che è la scienza e del ruolo che gli scienziati svolgono e dovrebbero svolgere in una crisi di salute pubblica come quella che stiamo vivendo. Gli scienziati dovranno continuare ad avere un ruolo importante, dalla ricerca di vaccini e cure, all’elaborazione di modelli sulla diffusione della malattia, alla valutazione dei rischi delle diverse attività e del modo migliore per comunicare quello che stiamo imparando.

E devono anche consigliare i responsabili politici. I governi hanno bisogno di ascoltare una vasta gamma di esperti, da epidemiologi e virologi a psicologi ed economisti. Gli scienziati devono aiutarli a valutare lo stato sempre mutevole di ciò che conosciamo in qualsiasi momento, a comprendere le incertezze in gioco e a offrire potenziali soluzioni a questi problemi. Ma per un problema complesso come questo non ci sarà una risposta semplice e diretta. Spetta ai responsabili politici prendere queste decisioni e guidare i loro cittadini attraverso la crisi.

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Responsabilità degli uni e degli altri

Ma senza chiarezza su chi fornisce il consiglio, su cosa sia il consiglio e su quali decisioni politiche siano state prese, è difficile impegnarsi in un esame costruttivo. 

Tra le molte altre carenze strutturali, la pandemia ha anche messo a nudo la mancanza di trasparenza dei meccanismi di consulenza scientifica ai governi, soprattutto nei paesi che sono stati duramente colpiti dalla pandemia e dove c’è una volontà di far luce sulle responsabilità degli uni e degli altri.

La pressione pubblica nel Regno Unito ha portato alla pubblicazione dei nomi dei membri del gruppo di consulenza scientifica del governo e di alcuni dei loro rapporti, ma non è ancora chiaro il momento in cui hanno consigliato di imporre il lockdown e se il governo li ha ignorati o meno, tra le altre cose. In Spagna, la mancanza di trasparenza su come e chi avrebbe determinato quali regioni sarebbero potute passare alla fase successiva di riapertura è stato oggetto di duri scontri politici.

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La mancanza di trasparenza e di chiarezza su quali consigli scientifici sono stati forniti a un dato governo e su quale decisione il governo ha poi preso non solo pone un problema di responsabilità. Danneggia anche la fiducia dei cittadini nelle decisioni stesse. Senza questa fiducia, sarà più difficile coinvolgere i cittadini nel sostenere le decisioni e quindi attuare le conseguenti politiche.

Dire la verità ai potenti

Gli scienziati devono essere in grado di dire la verità a chi esercita il potere. Quando sono costretti a criticare sui social media i politici che stanno consigliando, come nel Regno Unito, o a dimettersi, come in Belgio, vuol dire che il rapporto è danneggiato. È la società che ne esce perdente se queste linee di comunicazione si interrompono e i politici non sono ricettivi ai consigli, anche sgraditi.

Tra recenti esempi di buone pratiche per l'interazione tra consulenti scientifici e decisori politici ci sono i Principles for Scientific Advice to Government nel Regno Unito, il recente documento dell'Ocse sull'argomento, o questo breve articolo del gruppo spagnolo Ciencia en el Parlamento. Tutti ribadiscono la necessità di apertura e trasparenza come base per la fiducia reciproca, ma anche come elemento critico per coinvolgere la società e rafforzare il processo democratico. 

Il Covid-19 ha mostrato molto chiaramente la necessità di uno sforzo collettivo da parte della società civile. I governi possono e devono guidare attraverso la crisi, ma per superarla occorre lo sforzo di ogni cittadino. Ai cittadini vengono richiesti sforzi notevoli: operatori sanitari con attrezzature di protezione limitate, lavoratori essenziali con bambini che devono lavorare mentre le scuole sono chiuse, persone che devono rimanere a casa in situazioni a volte difficili, famiglie che non possono dire addio ai propri cari, eccetera.

Decisioni come il permesso di andare in un caffè all'aperto in qualsiasi momento della giornata, ma quello di fare una passeggiata solo in un orario prestabilito, come ha fatto il governo spagnolo, o la necessità di indossare una mascherina solo in alcuni tratti di strada, come stabilito a un certo punto dalle autorità belghe, rischiano di apparire arbitrarie e non basate su un ragionamento sensato. 

Con il progredire della pandemia i governi avranno bisogno di un impegno costante da parte dei cittadini per poter superare la crisi con successo. Ulteriori richieste saranno fatte a tutti noi e i governi dovranno costantemente adeguare le loro misure – come ha dovuto fare la Francia chiudendo alcune scuole che avevano riaperto – man mano che cambiano le situazioni e i consigli. 

La fiducia si sta già esaurendo in molti paesi europei nei confronti dei loro governi. Un  recente sondaggio del parlamento europeo ha rivelato che coloro "che sono stati colpiti dalla pandemia di Covid-19 sono anche generalmente i più pessimisti [sic] e i meno soddisfatti del modo in cui i loro governi stanno combattendo la crisi sanitaria".
I governi e gli scienziati devono già contrastare la disinformazione sui social media, ai quali si aggiunge un’enorme quantità di informazioni non contestualizzate sulla pandemia – definita per questo un’infodemia.

Un esempio dell'impatto che questo potrebbe avere è che molti temono che la sfiducia possa spingere parte della popolazione a non voler essere vaccinata una volta che verrà messo a punto il vaccino contro il Covid-19, e che, se questa percentuale dovesse diventare elevata, verrebbero messi seriamente a repentaglio gli sforzi per limitare la diffusione del virus.

Dobbiamo continuare a dare ai cittadini la possibilità di scrutinare l’attività dei politici e di mettere alla prova le loro decisioni. Abbiamo bisogno di trasparenza non solo nel processo decisionale, ma anche nelle incertezze e nelle complessità che esistono. Dobbiamo accettare il vantaggio di cambiare le decisioni di fronte a nuove prove, piuttosto che rimproverare ai governi di agire in modo incoerente. 

La trasparenza da sola non basterà a garantire la giusta risposta alla crisi. Ma non è un lusso che possiamo ignorare.

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