Dati alla mano I giovani europei e la pandemia

I giovani europei stanno pagando cara la crisi: a rischio lavoro e salute mentale

Un rapporto di Eurofound racconta la crisi dei giovani europei: la fascia di età 18-34 è quella più colpita dalla perdita del lavoro da un lato, e dalla sofferenza psicologica dall’altro. I giovani europei stanno pagando cara la Pandemia di Covid-19.

Pubblicato il 1 Aprile 2021 alle 10:28

Non è una novità: la pandemia di Covid-19 abbia scatenato una crisi sanitaria che ha colpito fortemente l’economia, così come la salute mentale  delle persone, a causa delle restrizioni messe in atto per arginare l’ondata del virus. Eurofound, l’agenzia europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, ha condotto delle indagini, al fine di fornire un quadro più chiaro su chi e come è stato maggiormente colpito dalle conseguenze della pandemia. I dati raccolti sono stati pubblicati in un rapporto a febbraio.


👉 La nostra serie sui giovani europei e il Covid-19:


Per quanto riguarda la sicurezza occupazionale, i giovani tra i 18 e i 34 anni sono stati i più colpiti. Il primo sondaggio, condotto tra aprile e maggio 2020, ha evidenziato un tasso di disoccupazione più elevato dall’inizio della pandemia tra i giovani rispetto agli altri gruppi di età, sia che si tratti di una situazione temporanea che permanente (l’unica eccezione è rappresentata dagli uomini di oltre 50 anni che hanno perso temporaneamente il lavoro).

Le risposte cambiano quando la domanda posta si sposta dalla condizione lavorativa alla sicurezza occupazionale. In questo caso, quelli che si sentono più a rischio nei prossimi mesi sono gli uomini con contratti a tempo determinato  nella fascia d’età 35-49 anni e oltre i 50, in quanto la natura del loro contratto li mette già più a rischio di essere licenziati.

Il 42 per cento del primo gruppo di età ha parlato di probabilità di perdere il lavoro, mentre nel secondo tale percentuale si attesta al 33 per cento. Nonostante l’enorme divario tra gli stessi dati nei 27 stati membri dell’Unione europea, si deve tener conto del fatto che, come indicato nel rapporto di Eurofound, i contratti a tempo determinato sono molto più comuni tra le persone di età compresa tra i 15-24 anni, rappresentando il 45,6 per cento di tutti i contratti temporanei, rispetto al 12,1 per cento di tutte le persone in età lavorativa (15-64). I lavoratori oltre i 55 anni con un contratto a tempo determinato  ammontano a solo il 5,1 per cento.

Se invece ci focalizziamo sulle persone con contratti a tempo indeterminato, si tratta di giovani donne tra i 18 e i 34 anni e tra i 35 e i 49 anni, con probabilità maggiori di essere licenziate nei prossimi mesi, con entrambi i gruppi che riportano un 9 per cento di perdere il lavoro nel prossimo futuro, una percentuale di 2 punti più alta rispetto agli stati membri dell’Ue in generale.



 

Come affermato in precedenza, anche la salute mentale è stata influenzata dalla pandemia di Covid-19, a causa della mancanza di interazioni sociali dovuta alle restrizioni presenti in molti paesi europei. Il grafico qui sotto confronta il benessere mentale ad aprile 2020, quando sono state annunciate le prime restrizioni, e a luglio 2020. Le persone nei due gruppi di età più giovani, 18-34 e 35-49, sono quelle che affermano costantemente di sentirsi più sole, scoraggiate o depresse, e quelle la cui situazione ha subito un miglioramento minimo, passando dal 21 per cento di aprile al 19 per cento di luglio, un calo di appena il 2 per cento.


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In collaborazione con European Data Journalism Network


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